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Dopo il tilt del software bancario di Poste si aspettano i rimborsi

Il tilt causato dal software bancario SDP costruito da IBM e HP per Poste Italiane ha causato enormi disagi in tutta la penisola. Tra i malcapitati dei disservizi bisogna anche annoverare un rapinatore di Santa Croce sull’Arno, in quanto, il 7 giugno scorso il malvivente armato di tutto punto fa irruzione nell’ufficio postale di Staffoli e suo malgrado si trova anche lui a fare i conti con il crash del software bancario.

A parte lui, l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, afferma che tutti gli utenti saranno risarciti, e che saranno fornite alla clientela dichiarazioni di mancata fruizione del servizio nei casi in cui i clienti siano stati impossibilitati ad attendere l’espletamento dei servizi. Per quanto riguarda i rimborsi economici l’utenza dovrà dimostrare attraverso documenti, che i danni subiti siano stati causati dal guasto del software bancario, le richieste di rimborso potranno essere effettuate sia direttamente che attraverso gli organi di difesa del consumatore che già da giorni si sono messe all’opera per raccogliere tutte le rimostranze. A breve sarà messo a disposizione da Poste Italiane un vademecum su come inoltrare la richiesta di rimborso.

Si prevedono richieste di rimborso per milioni di euro, ovvero tutti quei cittadini e aziende che a causa del blackout del software bancario non hanno potuto partecipare a concorsi non essendo riusciti ad inviare per tempo la raccomandata, o saranno iscritti nell’elenco dei cattivi pagatori o si ritroveranno multe raddoppiate perché non sono riusciti a pagare per tempo il dovuto. E’ per questo che Poste Italiane gioca sulla difensiva mettendo sul tavolo degli imputati IBM; si attende quindi una richiesta di indennizzo record anche per i danni d’immagine causati dal malfunzionamento del software bancario.

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