Si alza l’attenzione su alcuni metalli, per via della transizione energetica in corso. L’Unione Europea, nel Raw materials Act pubblicato nel 2023, ha individuato alcune vulnerabilità che la nostra economia deve risolvere riguardo a materie prime definite critiche. Tra queste c’è il cobalto.
Il calcolo della criticità per un’economia green
Il primo è l’importanza economica che ha quel metallo, il secondo parametro è il rischio di approvvigionamento relativo a quella materia prima (anche in relazione alla disponibilità di sostituti efficaci a prezzi contenuti). Ebbene il cobalto risulta essere uno dei metalli a maggiore criticità.
Il ruolo del cobalto
L’utilizzo del cobalto si lega in special modo nella produzione delle batterie agli ioni di litio, che dal 2013 al 2020 ha provocato un incremento dal 44% al 57% nel consumo di cobalto (fonte Pocket Option link). Ma nell’economia contemporanea questo metallo viene utilizzato anche nelle superleghe, per i pigmenti, per i materiali duri, per i magneti e per gli essiccatori per vernici ed adesivi per pneumatici.
L’Europa ne produce solo una minima parte
Il problema per l’Europa è che questa commodity è caratterizzata da un alto rischio di fornitura, dal momento che dipendiamo in misura enorme dai Paesi esteri, in particolar modo dalla Repubblica Democratica del Congo. Nel nostro continente invece l’unica produzione interna è quella finlandese, che rappresenta appena l’1% della produzione mondiale di cobalto.
Ad aggravare la situazione e il fatto che cobalto è un metallo difficilmente sostituibile per via delle sue proprietà chimiche e fisiche uniche (ad esempio, l’elevata resistenza alla corrosione alla temperatura e all’usura).
Il fattore prezzo
Un altro fattore critico è il prezzo di questo metallo. Storicamente ci sono state due fiammate, la prima tra il 2016 e il 2018 e la seconda tra il 2021 e il 2022, seguite poi da un rapido rientro (tecnicamente l’andamento è stato tipico delle gravestone doji candlestick). Dopo quest’ultimo ciclo di rialzi i prezzi del cobalto si sono attestati a circa 28.000 dollari per tonnellata.
La grande preoccupazione dell’Unione Europea è che i prossimi anni potrebbero vedere una nuova crescita per via della transizione energetica che sta attraversando la nostra economia. Tuttavia la ricerca di trovare un sostituto e una sfida complicata, ed è per questo l’Unione Europea ha posto il cobalto nella lista delle criticità maggiori.