Da gennaio 2022, Cristina Scocchia è Amministratore Delegato di Illycaffè, realtà presente in 34 Paesi. In una recente intervista con il Vicedirettore de “Il Giornale” Nicola Porro, l’AD spiega perché bisognerebbe essere ottimisti e racconta dell’impatto del costo delle materie prime sul settore agroalimentare.
La situazione economica dell’Italia secondo Cristina Scocchia, AD di Illycaffè
Come una voce diversa dal coro, Cristina Scocchia crede nell’ottimismo e nell’impatto che l’essere positivi può avere sull’economia. Nell’intervista con Nicola Porro fornisce così il suo punto di vista sull’attuale situazione economica dell’Italia. “Il sistema economico in Italia in questo momento ha delle luci e delle ombre – afferma – le luci sono di più delle ombre. L’anno scorso abbiamo finito il 2022 con la crescita del PIL italiano al + 3,8%. L’Ocse ci dice che quest’anno l’Italia chiuderà di nuovo con il segno positivo. Certo, ci sarà una brusca frenata: dal +3,8% scenderemo al +0,6%. Ci fermeremo comunque in territorio positivo”. Una notizia quindi da tenere per buona. Anche l’inflazione è data in diminuzione: dall’8,7% al 6,7%. I numeri suggeriscono che il pericolo della recessione potrebbe essere dunque scampato. Confrontando inoltre l’economia italiana con le altre, l’AD di Illycaffè sostiene che l’Italia si starebbe comportando bene. Nonostante il crollo del 2020 e la decrescita del PIL più forte di tutti i Paesi industrializzati, il Belpaese si è ripreso, e lo dimostrano i numeri: nel 2021 si è registrato un +6,7% e nel 2022 un + 3,8%. “Il doppio quasi di quanto hanno fatto, ad esempio, gli Stati Uniti”, sottolinea Cristina Scocchia. Questo dimostra che, come Paese, nei momenti difficili sappiamo “tirarci su le maniche e dare il meglio di noi”, cosa che “anche questa volta ha pagato”.
Cristina Scocchia: l’impatto del costo delle materie prime sull’agroalimentare e una proposta alle aziende per vincere in futuro
Qual è stato l’impatto del costo delle materie prime sull’agroalimentare? L’AD di Illycaffè non può che ammettere che “l’impatto è stato fortissimo” e riporta l’esempio concreto dell’azienda da lei guidata. “Nel 2022 – racconta Cristina Scocchia – abbiamo avuto un aumento dei costi di produzione del 17%, ovvero più 43 milioni che per un’azienda come noi di 550 milioni di fatturato, è un’esplosione veramente molto grande”. Questo è stato il risultato di quella che chiama “la tempesta perfetta”: da un lato l’aumento del costo del caffè verde, dovuto al cambiamento climatico, dall’altro l’aumento di gas, energia, packaging, logistica, container, etc.
Il colpo più forte l’hanno però avuto le piccole realtà, che in Italia costituiscono il 95%. “Quando sei piccola è più dura perché tanto maggiore è la dimensione aziendale, tanto maggiore è la solidità finanziaria”, spiega infatti l’AD. Il problema è che con “una minore redditività e una minore solidità finanziaria riescono a investire meno in nuovi prodotti e nuove tecnologie; riescono ad attirare meno talenti a livello internazionale, di conseguenza perdono le battaglie a livello globale, perché a livello globale la dimensione fa ancora la differenza”. Cosa possono fare allora? Cristina Scocchia ritiene che per vincere in futuro, gli imprenditori italiani devono “aprire i propri capitali al private equity, al mercato, a forme di finanza straordinaria e devono aprire anche la gestione a manager che non appartengono alla famiglia”.