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Esce giovedì 27 maggio per Aereostella, il libro “Destinazione Isola di Wight” di Antonio Oleari.

“Il giorno dopo, la mattina presto del 19 agosto 1970, io e Orfeo Bellini seminavamo margherite gialle e blu sulla tangenziale di Milano. Avevamo una settimana esatta di tempo per raggiungere una piccola isola a forma di diamante incastonata al largo di Portsmouth, costa sud dell’Inghilterra”.

Nel 1970 avevo diciotto anni, una madre groupie scappata di casa, la passione per i Beatles e un amico più grande di me, Orfeo. Odiavo Jimi Hendrix, suonavo il flauto nella banda di quartiere e facevo di tutto per sentirmi un perfetto ragazzo normale. Almeno fino a quando Orfeo non si presentò a casa mia con zaino, sacco a pelo e una cartina stradale dell’Europa. Destinazione: una piccola isola a forma di diamante incastonata nella costa sud dell’Inghilterra. Arrivammo in ritardo, ma ci arrivammo…
26-30 agosto 1970, Festival dell’isola di Wight: c’ero anch’io, insieme a oltre seicentomila ragazzi, catapultato da Orfeo in un mondo che non conoscevo e che mai avrei pensato di amare. Cinque giorni di musica con quelli che, l’avrei scoperto dopo, erano in assoluto i più grandi nomi del rock: Who, Doors, Jethro Tull, Miles Davis, Chicago, Joni Mitchell, Ten Years After, Leonard Cohen, Joan Baez. Suonò anche Jimi Hendrix, me lo ricordo bene. E ricordo bene anche il viso di mia madre quando scoprì che finalmente avevo deciso di cambiare me stesso e non più gli altri.
Qui ho scritto come la musica sia riuscita nell’impresa di rovesciare la mia vita.

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