Un ricco parterre di nomi altisonanti partecipa alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes: da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini, la collettiva si snoda tra le sontuose mura di due antichissimi edifici veneziani, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Dal 28 Settembre al 24 Ottobre sarà possibile visitare con ingresso libero le prestigiose location nel cuore della magica Venezia. Tra gli artisti selezionati per l’illustre vetrina internazionale si inserisce il pittore Fabrizio Berti con una coinvolgente serie di dipinti di ricercata espressione intimista.
Nel commentarne la ricerca stilistica è stato detto “Una raffigurazione essenziale e intrisa di spiritualità quella di Fabrizio Berti. I suoi lavori si basano su giochi tonali di grande abilità e su una stesura variegata, che ben accompagnano lo scenario contenutistico. Attinge al verismo, celebrando la solennità di gesti di antica consuetudine nella concretezza stilizzata delle sagome, dai raffinati e armoniosi contorni. Appare la liricità di un artista, che opera nei canoni tradizionali, diffondendo un messaggio poetico sempre attuale e presente, al di fuori del tempo e della storia”.
Berti concepisce l’arte come mezzo strumentale e considera il suo fare arte come una missione, una forma di vocazione assoluta e innata, una missione trasmessa fin dalla nascita, finalizzata a suscitare emozioni nello spettatore per dare voce alla dimensione interiore e all’anima. Guardando le creazioni si viene trasportati in un viaggio iniziatico di illuminazione esistenziale e spirituale per unificare quella scintilla primordiale, che dal caos genera il cosmo, l’ordine, l’armonia del creato e sostiene e conferisce il significato primario a ogni essere vivente.
Su di lui è stato scritto “È indispensabile la sua esperienza filosofica e poetica all’evoluzione della spiritualità, intesa come riscoperta del sé, della sfera introspettiva, che diventa l’essenza stessa del vivere, la fonte d’ispirazione imprescindibile per lo studio approfondito sulla forma, sulla figura e sul colore. Emerge la sintesi formale della narrazione, che si trasforma in ricordo e memoria del vissuto, con una costante evoluzione fatta sull’analisi della percezione interna della -ratio- in relazione al senso di infinito, che trapela dall’insieme compositivo”.