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FALLIMENTI: NEI PRIMI 3 MESI DEL 2012 OGNI GIORNO 33 CASI (+36% IN TRE ANNI)

Bologna, 23 aprile 2012 – Nel primo trimestre 2012 in Italia si sono registrati 3.001 fallimenti, quasi 33 ogni giorno. Un dato, questo, che evidenzia un incremento del +0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2011 ma, soprattutto, un drammatico +36,6% rispetto ai primi tre mesi del 2009, quando la crisi economica aveva da poco iniziato a far sentire i suoi effetti.
E’ quanto emerge dall’Analisi dei fallimenti in Italia realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.
Dal 2009 al 2012 il trend dei fallimenti nella penisola mostra un evidente e costante aumento: dalle 2.202 chiusure registrate nel primo trimestre 2009, infatti, si è passati ai 2.825 casi del primo trimestre 2010, ai 2.988 del primo trimestre 2011, fino ai 3.001 rilevati al 31 marzo scorso.
Dal 1 gennaio 2009 alla rilevazione attuale in Italia sono state complessivamente 35.839 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale dichiarando fallimento.

La dinamica dei fallimenti nelle regioni
Anche nei primi tre mesi dell’anno in corso i fallimenti si sono concentrati principalmente nelle aree della penisola a maggior vocazione imprenditoriale. Oltre un quinto dei casi, infatti, riguarda la Lombardia, di gran lunga la regione italiana più colpita, dove nel primo trimestre 2012 hanno portato i libri in tribunale 633 imprese, pari al 21% del totale nazionale. La seguono il Lazio, con 332 fallimenti, e il Veneto con 246, che chiudono la poco invidiabile classifica delle regioni con il maggior numero di fallimenti nel trimestre.
Vengono poi Campania, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, ciascuna con oltre 200 casi nei primi tre mesi dell’anno, e ancora Puglia, Sicilia e Marche, con oltre 100 casi.

“La dinamica registrata nel corso dell’anno appena concluso è ovviamente riconducibile alla perdurante congiuntura negativa, che sta deprimendo le prospettive di ripresa dell’economia italiana – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis D&B -. D’altro canto, la distribuzione territoriale dei fallimenti deve essere considerata alla luce della localizzazione delle imprese italiane, considerando che le dinamiche a livello regionale sono direttamente influenzate dall’andamento dei singoli comparti economici presenti sul territorio”.

I settori più colpiti
Il settore delle costruzioni si conferma essere quello maggiormente colpito con 370 fallimenti nei primi tre mesi 2012, pari al 12,3% del totale. Tra gli altri comparti più in difficoltà si segnalano in particolare quello degli installatori (254 fallimenti nel primo trimestre 2012), il commercio all’ingrosso (206 casi), il settore immobiliare (152), l’industria di manufatti in metallo (134), il trasporto e servizi merci su gomma (131), i ristoranti e bar (115).

“In questo difficile scenario diventa oltremodo cruciale conoscere meglio le imprese con le quali si fanno affari e adottare un’efficace politica di risk management che, attraverso strumenti adeguati, consenta di individuare i segnali che vengono dal mercato e dalla propria clientela – conclude Preti -. Per questo ogni impresa dovrebbe integrare i propri dati interni con informazioni esterne che consentano di cogliere tempestivamente i cambiamenti e le criticità prima che si traducano in bilanci non positivi o, peggio ancora, in procedure in corso”.

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