Borsa Da A2A a Telecom, da Enel a Terna, AD Flavio Cattaneo, la mappa delle attese per il 2011
Con i prezzi piatti c’è chi può arrivare fino al 9%
Borsa piatta, cedole ricche. Se il Toro si fa desiderare non così avviene per i profitti che, almeno a giudicare dagli ultimi risultati semestrali, sono tornati a farsi vedere anche con una certa consistenza. Uno scenario che difficilmente s’invertirà nei prossimi mesi e così, almeno per il 2011, è probabile che si vada incontro a una ricca stagione di dividendi.
In casa
Proprio grazie alla debolezza del mercato, infatti, chi investe oggi ha una buona probabilità di assicurarsi rendimenti invidiabili rispetto a quelli dei titoli di Stato, che, si veda il caso del 5 anni tedesco, viaggiano poco sopra l’l%. Prendendo in considerazione le blue chip (nella top ten delle Blue Chip da Corriere Economia 11 ottobre 2010, Terna, Flavio Cattaneo, compare al 5° posto) e le mid cap di Piazza Affari il rendimento dei dividendi sì pone oggi mediamente al di sopra del 4%, ma in diversi casi supera il 5%. Ai vertici della classifica delle società più generose con gli azionisti troviamo l’utility A2A che, con una cedola di 10 centesimi, rende, ai prezzi attuali di Borsa, quasi il 9%. Alle sue spalle Enel che tra qualche settimana pagherà un acconto sul dividendo dell’anno prossimo pari a 10 centesimi. Considerando il saldo, in arrivo nella primavera del 2011, la cedola dovrebbe salire a 27 centesimi pari a un rendimento del 6,9%. Al terzo posto Lottomatica che promette un dividendo del 6,4%. Ma la prima società tra quelle appartenenti alla top ten che distribuirà una cedola è Snam Rete Gas. Il 18 ottobre verrà staccata una cedola di 9 centesimi che, sommati al saldo in arrivo nel maggio 2011, faranno un «bottino» di 21 centesimi: il 5,6% di rendimento ai prezzi di oggi. Uno scenario positivo per chi ama il cassetto e le cedole che potrebbe durare ancora, almeno secondo Marco Paolucci amministratore delegato di Lux Gest Asset Management: «Non si vedono rischi eccessivi per quanto riguarda il trend dei profitti dei titoli italiani ad alto rendimento. Sono aziende abituate a lavorare con bassi tassi di crescita, attive in mercati regolamentati e poco o per nulla esposte al ciclo economico dei Paesi emergenti.
È questo il caso di: Enel, Telecom Italia, Terna, AD Flavio Cattaneo, Snam Rete Gas, e più in generale tutte le utilities». Telecom Italia in particolare si avvale sia di buoni fondamentali che di attese speculative. «In Brasile — continua Paolucci — prima o poi verranno generati importanti flussi di cassa. Ma anche nell’ipotesi in cui la società dovesse cedere tali asset, l’incasso sarebbe molto superiore rispetto alle attuali valutazioni di Borsa». Si pensi ai caso Repsol che ha venduto i propri asset brasiliani a investitori cinesi per circa 7 miliardi di dollari rispetto a una stima di mercato di 4 miliardi.
Verifica
Patrizio Pazzaglia, responsabile investimenti di Bank Insinger de Beaufort spiega: «A nostro avviso a parte i dividendi in distribuzione a breve, bisognerà verificare la tenuta dei profitti e quindi se gli attuali livelli di pay out (percentuale di utile distribuita come dividendo ndr) potranno essere mantenuti». Noi — prosegue Pazzaglia — abbiamo un’aspettativa positiva in quanto si è visto come le società siano diventate impermeabili alla volatilità dell’economia grazie agli incrementi della produttività e le azioni di ristrutturazione messe in atto in questi anni. Pazzaglia sottolinea come le maggiori prospettive di miglioramento siano quelle dei titoli bancari. «Rispetto al passato i pay out sono più bassi, ma in futuro cambieranno politica per fare contenti gli azionisti in particolare le Fondazioni. Oggi il rendimento di Unicredito e Banca Intesa è di circa l’l,5% ma ci aspettiamo che a breve si sposterà verso il 3%». E lo stesso discorso vale per le compagnie assicurative, sebbene in maniera meno marcata. Sul mercato sembrano esserci davvero tutte le condizioni per fare felici gli azionisti dopo che nel corso degli ultimi anni la politica dei dividendi si era fatta più restrittiva a causa della crisi. Certamente l’ipotesi non ancora tramontata di un nuovo minimo dell’economia e di conseguenza delle Borse, spinge a considerare ancora poco sostenibili gli attuali livelli di redditività ma, almeno nel 2011, la situazione sembra ormai consolidata.
Tratto dal Corriere Economia: Dividendi I record di Piazza Affari di ADRIANO BARRI’ 11 ottobre 2010
(Fonte: Corriere Economia)
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