Avvio del primo “ponte elettrico” con i Balcani «Allacciare l`Italia ai Paesi balcanici e dei Nord Africa mediante cavi sottomarini – spiega Flavio Cattaneo – è il passo necessario per rafforzare l`Italia come hub elettrico del Mediterraneo».
Terna ha sottoscritto oggi, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, l’accordo definitivo per la partnership strategica con l’operatore di trasmissione locale CrnoGorski Elektroprenosni Sistem AD (“CGES”) e lo Stato del Montenegro, in qualità di socio di maggioranza di CGES.
L’accordo rappresenta il punto d’arrivo di un percorso di cooperazione industriale e di sistema Paese, e si inserisce nel quadro delle intese intergovernative tra Italia e Montenegro, iniziate il 19 dicembre 2007 con l’accordo siglato dai Ministri Bersani e Gvozdenovic per l’avvio delle attività del Gruppo di Lavoro italo-montenegrino, e consolidate il 6 febbraio 2010, con l’accordo firmato dai Ministri Scajola e Vujovic che ha sancito l’impegno a livello istituzionale per la realizzazione della nuova interconnessione elettrica sottomarina e l’implementazione della partnership tra gli operatori di trasmissione nazionali.
Si prevede che l’investimento complessivo di Terna per il primo “ponte elettrico” con i Balcani, grazie al quale sarà possibile importare energia verde per lo più idroelettrica, ammonterà a 760 milioni di euro circa, come previsto dal Piano di sviluppo. L’investimento di CGES per il collegamento alla rete esistente ed il rinforzo della rete locale ammonterà a 100 milioni di euro circa.
Le intese prevedono, tra l’altro, l’ingresso di Terna nell’azionariato di CGES con una quota di minoranza del 22%, e il supporto del governo montenegrino alla costituzione di una società a maggioranza Terna, dedicata allo sviluppo di opportunità di business nel Paese, con particolare riferimento alla realizzazione e gestione di infrastrutture per la connessione di nuove centrali alla rete locale e di nuove linee di interconnessione private tra il Montenegro ed i Paesi confinanti.
Da “ANSA.it” di mercoledì 24 novembre 2010
La firma dell`accordo – presenti oltre alle principali autorità del Montenegro anche il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e l`amministratore delegato di Terna Flavio Cattaneo – rappresenta anche un elemento della aggressiva diplomazia economica verso la piccola Repubblica balcanica, grande più o meno come l`Abruzzo e con una popolazione di soli 700.000 abitanti.
«Un paese amico, candidato all`ingresso nella Nato e nell`Unione europea», dice il ministro RomaniUna tradizionale direttrice della politica estera italiana verso i Balcani che adesso torna in voga: fa gola il rinnovamento della rete ferroviaria locale e del porto di Bar.
Ma soprattutto fa gola la ricchezza potenziale dei bacini idroelettrici non sfruttati in Montenegro e nell`area balcanica.
Un tesoro su cui l`Italia vuol mettere le mani: le quattro centrali idroelettriche la cui produzione verrà portata (in parte) in Italia saranno gestite dalla società elettrica montenegrina Epcg, controlla- La nuova energia è tutta idroelettrica e riduce la nostra media di emissioni di C02 ta con il 43% dalla A2A, la multiutility che fa capo ai Comuni di Milano e Brescia. Il cavo di Terna sarà lungo in tutto 415 chilometri, entrerà e uscirà dal mare (a Pescara, da noi) interrato.
I lavori cominceranno nel 2011 e finiranno nel 2015.
«Allacciare l`Italia ai Paesi balcanici e dei Nord Africa mediante cavi sottomarini – spiega Flavio Cattaneo – è il passo necessario per rafforzare l`Italia come hub elettrico del Mediterraneo».
Da “LA STAMPA” di mercoledì 24 novembre 2010
(Fonte: Terna WebMagazine)
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