La rete elettrica del futuro è sempre più intelligente. L’integrazione con più fonti necessita di una infrastruttura in grado di trasportare elettricità senza sbalzi, che non porti l’energia dalla centrale alle case solo a senso unico, ma anche nei due sensi. E soprattutto che sia una rete in grado di accumulare energia in caso di bisogno. Terna, guidata da Flavio Cattaneo, non si è fatta trovare impreparata dallo sviluppo delle rinnovabili, triplicate in meno di due anni.
L’energia da fonti rinnovabili (solare ed eolico in primis, ma anche altre) è sempre più un dato di fatto per ogni Paese industrializzato. Ma c’è un rischio che cresce, con l’aumentare delle fonti, nel poter assicurare il bilanciamento e la continuità della trasmissione dell’energia elettrica in rete : la tipica intermittenza o poca regolazione delle fonti rinnovabili e degli impianti più piccoli. Serve quindi per il futuro una rete sempre più intelligente che non porti solo attraverso i tralicci l’energia a senso unico, dalla centrale alle case, ma anche nei due sensi. E soprattutto che sia una rete in grado di accumulare energia in caso di bisogno.
Di questo ed altro ha scritto il magazine “Espansione”, affermando che le reti stesse ormai devono cambiare passo, trasformandosi progressivamente da passive e unidirezionali (cioè progettate per ricevere e gestire flussi di potenza sempre nella stessa direzione) ad “attive” e smart. Meglio ancora, è il sistema elettrico nel suo insieme che deve diventare intelligente, dai produttori di energia ai gestori delle reti fino ai consumatori. Questo il futuro. Perché a oggi mancano realizzazioni di smart grid bidirezionali, in grado cioè di scambiare informazioni e interagire con gli altri attori. Il che non significa che le reti siano “stupide”, anzi: la rete di trasmissione nazionale in alta tensione è già una rete attiva, tecnologicamente avanzata e in grado di garantire sia la sicurezza del sistema sia elevati standard di qualità.
Per fortuna, si legge su Espansione, Terna, la società guidata da Flavio Cattaneo responsabile del dispacciamento in Italia, non si è fatta trovare impreparata dallo sviluppo delle rinnovabili, triplicate in meno di due anni. Basti pensare che nel solo 2011 e nelle sole Marche sono stati installati 500 MW di potenza rinnovabile (la taglia di una centrale nucleare è di mille MegaWatt), mentre a fine anno il totale nazionale aveva toccato i 19mila MW, di cui 12mila MW di fotovoltaico e 7mila MW di eolico. «Si tratta», commenta Gianni Armani, amministratore delegato di Terna Rete Italia, «di crescite significative e avvenute in breve tempo. Se non ci fossimo preparati con anticipo, avrebbero reso più complicato gestire l’operatività della rete di trasmissione”. Basti pensare che dal 2007 a oggi Terna ha speso 300 milioni di euro in tecnologie di controllo, automazione e sensoristica e altri 600 sono programmati per il futuro. E proprio grazie agli investimenti effettuati, lo scorso anno Terna ha potuto dimezzare rispetto al 2008 i costi di dispacciamento, con un risparmio di circa 1 miliardo all’anno.
Un nuovo fronte di impegno è la realizzazione di sistemi di accumulo diffusi, per una capacità di 240 MW (di cui 130 MW già programmati) da collocare nei punti critici della produzione rinnovabile presenti in Sud Italia. «Le batterie», afferma Armani, «sono l’unico sistema per non buttar via insieme energia e soldi. Come avvenuto nel 2010, quando i parchi eolici per motivi di sicurezza non hanno potuto immettere in rete 500 GWh (gigawattora) , pagati comunque ai produttori e i cui costi sono finiti in bolletta. Già con la prima tranche di batterie da 130 MW lo spreco dovrebbe più che dimezzarsi, grazie alla possibilità di “stoccare” energia nelle ore di massima produzione degli impianti rinnovabili e rilasciarla poi in rete quando questa si riduce».
Comunque, un dato positivo c’è. Un recente studio della Commissione europea ha evidenziato infatti come in Italia sia stata effettuata la metà di tutti gli investimenti comunitari in soluzioni smart, di rete e di misurazione. Un altro riconoscimento è arrivato con il premio che l’Icer (la confederazione internazionale dei regolatori) nel Forum triennale, che quest’anno si è tenuto in Canada, ha assegnato a una pubblicazione – firmata da Luca Lo Schiavo, dirigente dell’Autorità, insieme ad altri autori – dedicata all’esperienza italiana di regolazione per lo sviluppo delle smart grid.
FONTE: Terna
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