Terna 2.0. Il web, interfaccia tra utenti e fornitori di energia elettrica. La comunicazione tra consumatore e fornitore di energia diventa sempre più tecnologica. Le famiglie italiane preferiscono la rete per interfacciarsi con i fornitori di energia. Web e social network sono in primo piano per uno scambio di informazione sia tra utenti stessi, sia con i fornitori di energia.
È sempre più tecnologica la comunicazione tra consumatore e fornitore di energia. In primo piano ci sono web e social network. Da quando, con la liberalizzazione del mercato energetico, le offerte e i servizi dei fornitori di energia sono aumentati, il consumatore ha bisogno di comparare le proposte e confrontarsi con altri utenti. L’obiettivo è capire i reali vantaggi e i concreti risparmi.
Un’inchiesta realizzata dall’azienda di consulting Accenture, che ha coinvolto 10.000 consumatori di tutto il mondo, analizza i comportamenti degli utenti quando vanno a caccia di informazioni.
“Uno dei punti principali sottolineato da tutti gli intervistati – scrive Luca Palmieri su Repubblica – riguarda l’interazione tra utente e fornitore attraverso la rete. La maggior parte dei consumatori ha, infatti, indicato di preferire il web come strumento per il cambio di indirizzo (risposta scelta dal 64% degli italiani e globalmente dal 57%) e per la spedizione delle fatture (82% in Italia contro una media globale del 71%)”.
La rete è dunque lo strumento di comunicazione preferito, soprattutto dagli italiani.
Sempre legato ad Internet è l’uso dei social network, che sono ormai ritenuti uno mezzo fondamentale anche nel rapporto tra utente e fornitore di energia.
“Il 43 degli italiani – dice Palmieri – ha infatti detto di ricorrere o voler ricorrere a Facebook o Twitter per dibattere o conoscere questioni legate ai consumi energetici mentre il 31% per interagire con il proprio fornitore.
Per un paese come il nostro, che soffre ancora di un diffuso digital divide, i dati forniti da Accenture hanno un che di straordinario.
“Un suggerimento importante per le aziende – scrive il giornalista di Repubblica – riguarda l’offerta di prodotti e servizi aggiuntivi. Il 57% (60% in Italia) degli intervistati ha dimostrato interesse verso prodotti e materiali che consentirebbero di ridurre il consumo energetico attraverso piccole migliorie in casa mentre una percentuale pressoché identica è favorevole all’acquisto di prodotti domestici per la produzione di energia elettrica, come i sistemi solari e geotermici”.
L’inchiesta sonda anche la disponibilità del consumatore a pagare di più ricevendo in cambio un servizio di energia “premium”.
Pagare di più per avere servizi migliori? Il 29% degli italiani ha risposto positivamente a questa domanda, collocandosi al settimo posto tra i paesi coinvolti nell’indagine e seconda in Europa dopo la Danimarca. Al primo posto assoluto è la Cina seguita dal Brasile.
Tra i consumatori disposti a pagare di più, la stragrande maggioranza si aspetta un vantaggio tangibile nel miglioramento delle opzioni di servizio.
Anche se il 56% degli intervistati mostra fedeltà al proprio fornitore, un quarto però sta prendendo in seria considerazione la possibilità di cambiare azienda entro un anno. Ovviamente il risparmio è la ragione principale (89%) di un’eventuale migrazione.
In Italia una bolletta più snella non è la sola ragione che induce al cambio. Quasi la metà degli intervistati (44%, di fronte al 33% della media globale) è interessato a soluzioni basate sulle energie rinnovabili così come a pacchetti di prodotti e servizi, riconoscimenti per la fedeltà e una migliore assistenza clienti.
FONTE: Facebook Terna
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