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GamersFirst interviene in maniera massiccia contro i server privati illegali

L’editore Free2Play ha effettuato una serie di indagini a livello mondiale per salvaguardare l’esperienza di gioco dei propri utenti

Irvine (California), Istanbul (Turchia) e Heidelberg (Germania) – 14 ottobre, 2010

GamersFirst (www.gamersfirst.com), a oggi il più famoso editore di giochi di massa online (MMO) Free2Play®, ha intrapreso un’importante azione contro gli hacker, facendo cessare l’attività di altri 400 server privati dopo averne già chiusi 40 in Turchia.

“Puntiamo a far chiudere questi server illegali”, ha dichiarato Joe Rush, direttore operazioni di GamersFirst. “I server privati hanno ridotto la qualità e l’esperienza offerta dai nostri giochi e rappresentano un notevole rischio per la sicurezza dei nostri utenti. Il nostro obiettivo principale, come editore di giochi di massa online Free2Play, è quello di fornire un’esperienza di gioco di qualità alla nostra community. I server privati facilitano le operazioni di hacking e altre azioni illegali che non vogliamo vengano associate al nome di GamersFirst. Si tratta di un problema che affligge tutti i MMO e che va riconosciuto e affrontato direttamente”.

GamersFirst ha creato una task force interna nel 2009, per gestire dal punto di vista legale i problemi collegati ai server privati per i loro titoli su scala mondiale. La task force ha iniziato con Knight Online, il gioco di ruolo online di massa più importante di GamersFirst. GamersFirst ha lanciato campagne sia contro i proprietari privati dei server illegali, sia contro i siti che li ospitano, prendendo una serie di provvedimenti e sanzioni economiche a termini di legge. Ci sono altri casi simili negli Stati Uniti in attesa di giudizio e continueremo a monitorare la situazione in cerca di ulteriori, eventuali, violazioni.

GamersFirst mette in guardia i propri utenti dal non giocare sui server privati, in quanto presentano grossi rischi per la sicurezza. I giochi che vengono fruiti attraverso i server privati non sono tenuti a soddisfare le necessità o la sicurezza dei giocatori. Molti di essi hanno denunciato la perdita di informazioni sul loro account, il furto di informazioni sul loro conto bancario/carta di credito e l’utilizzo dei loro computer come ‘computer zombi’ per commettere altri crimini. Invitiamo tutti a riportare casi di server privati e altre azioni illegali correlate ai giochi di massa online, per continuare la lotta alla pirateria e difendere i diritti dei giocatori!

Bianca Bartsch

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