Negli ultimi anni le aziende italiane stanno concentrando sempre più la loro attenzione sulla razionalizzazione dei costi, concentrandosi in particolare sul costo del personale che rimane comunque la principale componente dei costi d’impresa. La sfida è, dunque, ridurre il costo del personale attraverso la gestione delle risorse umane, le cui competenze rappresentano lo strumento competitivo per eccellenza di qualsiasi impresa.
Gli esperti del Censis prevedono, a breve termine, uno scenario del mercato in cui diventeranno protagoniste le piccole e medie imprese che operano, in particolare, nel settore dei servizi le quali, per competere strategicamente in un sistema economico in continua evoluzione, dovranno fare affidamento, in primis, sulla forza lavoro.
Una corretta gestione delle risorse umane diventa così uno strumento essenziale per la formulazione della strategia dell’organizzazione e la pianificazione dell’impresa in un’ottica di sviluppo o ristrutturazione aziendale, trasformando dipendenti e collaboratori da un mero costo aziendale in un tangibile capitale da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In un mercato del lavoro soggetto a costanti trasformazioni a livello normativo, sociale ed economico, per le aziende diventa essenziale affidarsi a una figura professionale esterna, specializzata nella gestione dei rapporti di lavoro: il consulente del lavoro.
Dal 1979, anno in cui l’Ordine dei Consulenti del Lavoro ottenne il riconoscimento giuridico, il ruolo di questi professionisti ha subito notevoli trasformazioni.
Oggi, infatti, le competenze professionali dei consulenti del lavoro non si limitano ai meri aspetti tecnici inerenti la retribuzione e i conseguenti risvolti previdenziali e fiscali, ma abbracciano soprattutto diversi ambiti inerenti le problematiche del lavoro e della gestione del personale.
La vigente normativa, tra l’altro, attribuisce ai consulenti del lavoro un ruolo di terzietà affidando loro una funzione pubblica che si esplica attraverso la certificazione dei contratti di lavoro, la conciliazione e l’arbitrato.
Il ruolo professionale del consulente del lavoro è quello di punto di incontro tra aziende, lavoratori e istituzioni pubbliche da svolgere attraverso una consulenza ad hoc, costruita su misura in funzione delle singole esigenze aziendali, che verte su materie specifiche quali il lavoro, la previdenza e la fiscalità.
E’ a questa figura professionale che l’azienda delega la gestione di tutti gli aspetti che riguardano i suoi rapporti di lavoro con i dipendenti.
Una consulenza che, oltre l’esecuzione dei necessari adempimenti burocratici (contratti di assunzione o di collaborazione, licenziamenti, infortuni, malattie, maternità, ricorso agli ammortizzatori sociali, cedolini paga, ecc.), prevede l’assistenza e la rappresentanza del cliente in merito ad eventuali controversie con dipendenti e collaboratori, con gli istituti e nelle relazioni sindacali.
In un processo di pianificazione aziendale, il consulente del lavoro è sicuramente il professionista di riferimento da cui un’azienda può ottenere i migliori consigli in merito ai possibili contratti per instaurare un rapporto di lavoro e il relativo inquadramento.
Sicuramente, grazie alla capacità di focalizzare l’attenzione alla valorizzazione dell’aspetto umano dei dipendenti e collaboratori, rappresenta, con la sua competenza, un valore aggiunto per imprese e risorse umane.