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Gli albori della scienza del sonno

Il sonno, e soprattutto i sogni, hanno sempre avuto una grande importanza nella cultura dei popoli antichi. Gli antropologi ritengono che i sogni abbiano contribuito a formare nei nostri progenitori l’idea dell’anima come identità contenuta dal corpo ma distinta da esso.
Un concetto ricorrente nella storia è l’idea, errata, che il sonno non sia generato dal cervello, ma sia invece imposto al cervello stesso. I Greci furono i primi a cercare una spiegazione scientifica del come e perché ci addormentiamo. Nel V secolo a.C. Alcmaneone sosteneva che il sonno fosse provocato da un accumulo sangue nei vasi del cervello e che i dormienti si svegliassero quando il sangue si ritirava. Platone e Aristotele credevano invece che i vapori del cibo digerito nello stomaco, salendo al cervello, facessero addormentare l’individuo. Quest’idea restò dominante sino a quando i filosofi della natura del XV e XVI secolo scoprirono che era anatomicamente impossibile. Abbastanza stranamente, però, anche le nuove teorie si concentrarono sul sangue e sui «fluidi animali». Secondo quella più accreditata nel XVIII secolo, il sonno giungeva quando il sangue, affluendo alla testa, esercitava una pressione al cervello; qualcosa di molto simile a quello che avevano presupposto i Greci più di duemila anni prima!
Nel XIX secolo si formularono nuove teorie, tutte però basate sull’erronea convinzione che durante il sonno il cervello interrompesse l’attività. I naturalisti erano convinti che il sonno insorgesse quando gli stimoli non erano sufficienti a tenere sveglio il cervello; essi consideravano cioè il cervello come una macchina che funziona solo se è azionata la manovella: se la manovella si ferma, si arresta tutta l’attività dell’organo.
Fu solo verso la metà del XX secolo che i ricercatori dimostrarono che il sonno non è qualcosa che semplicemente ci accade, ma che il cervello mette se stesso a riposo. Fino a quel momento l’idea della passività del cervello era sembrata intuitivamente la più corretta. Le ricerche sul sonno sono entrate in una nuova era nel 1952 e da allora abbiamo imparato sull’argomento molto di più che in tutti i secoli precedenti. Quello che per i filosofi naturalisti era un semplice insieme di congetture oggi è una solida scienza: infatti possiamo registrare le onde elettriche celebrali e descrivere lo spettro delle loro variazioni dallo stato di piena coscienza a quello di non-coscienza, dalla completa vigilanza alla sonnolenza, attraverso tutte le fasi del sonno e del sogno.
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