Comunicati

Handicap e reti digitali

Handicap in linea

In rete c’è spazio anche per i progetti indirizzati ai portatori di handicap. Il portale del Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri  www. affarisocialihandicap. It  è un buon punto di partenza per cercare proposte di formazione e di inserimento nel mondo produttivo, grazie anche al telelavoro. Utili i link sulle pagine dell’Università di Bologna alma2000.unibo.it/handicap/link/ didform. Htm  e le iniziative di ASPI II Onlus, Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati  www.asphi.it  che (per il momento soltanto a Milano e Bologna) ha avviato corsi per far conseguire la patente europea per il computer anche alle persone svantaggiate. ASPHI mette a disposizione dei frequentatori del sito una bacheca con offerta e domanda di telelavoro. In Emilia Romagna c’è una Rete Regionale dei Centri di Documentazione per l’Integrazione  www.accaparlante.it/cdri/centri/index.htm  e in Friuli Venezia Giulia il portale della solidarietà e del sociale No Profit FVG  www. impresasociale. it .

Nelle Marche è attiva la cooperativa sociale Service Coop  www.servicecoop.it  mentre più a sud, in Calabria, la cooperativa sociale Mistya  web.tiscali.it/mistya  ha avviato il progetto H.T.M.L. (Handicap Tele Multi-opportunità Lavoro). Iniziative analoghe sono ovviamente in corso o in programma in moltissime altre località, ma la promozione e l’informazione sul Web è assente o limitata, né le indicazioni riportate fin qui possono essere considerate esaustive. Una rassegna approfondita di link a questo tema specifico è stata raccolta da Clarence sulla pagina www.clarence.com/ contents/societa/handicap.

Il primo ostacolo da superare per rendere accessibile il Web anche ai disabili, per evitare un ulteriore divario digitale, è rendere amichevole l’approccio alle tecnologie informatiche. Ungrammati e gestiti a distanza. Aspirapolvere che lavorano da soli, come quello prodotto dall’inglese Dyson   Ide06. dyson . com che sale le scale e sfiora una velocità di quasi mezzo metro al secondo. E una macchina dotata di cinquanta sensori, presentata al Museo delle Scienze di Londra. Secondo i suoi inventori, può pulire la casa senza sbattere contro oggetti o esseri umani. E alimentata a batterie e usa filtri speciali per raccogliere la polvere. Ci sono poi forni e lavatrici che entrano in azione quando inviamo un comando con il telefono cellulare, segnalano i guasti e si collegano automaticamente con il supporto tecnico per la diagnosi. C’è un’azienda italiana, la Ariston del gruppo’ Merloni  www.merloni.it che ha creato una linea di elettro-domestici “intelligenti”, capaci di dare informazioni sul proprio funzionamento attraverso la linea elettrica e quella telefonica. Insomma, rivela il sondaggio, ben vengano tutte quelle novità che semplificano l’esistenza e fanno risparmiare tempo e denaro.

Certo, le applicazioni della domotica riguarderanno al principio soltanto una percentuale molto ridotta di cittadini, ma non è cominciata così, solo pochi anni fa, l’avventura della telefonia mobile? All’inizio pochi terminali, ingombranti e molto costo-si, poi la diffusione capillare. Si può dire lo stesso dei sistemi di navigazione satellitare, un tempo riservati a chi poteva permettersi di acquistare vetture di gran lusso e oggi installati di serie anche su molte automobili di piccola e media cilindrata. Come  l’integrazione dei sistemi di antifurto con il controllo delle luci e del riscaldamento/condizionamento, consente di ottimizzare le risorse energetiche e adattare temperatura e illuminazione delle camere alla effettiva presenza di persone al loro interno e al tipo di attività che in quel momento stanno svolgendo. L’introduzione dei comandi vocali rappresenta un valido se non insostituibile aiuto per anziani, malati e portatori di handicap, mentre la connessione dell’impianto domestico con l’esterno (via Internet) permette di tenere tutto sotto controllo e di intervenire rapidamente in situazioni di emergenza  www.domotica. it

 

Come funziona questo congegno che aiuta l’automobilista a pianificare il suo viaggio oppure i suoi percorsi in città? Il sistema è composto dai sensori installati nella vettura, dal processore, dal lettore di CD-ROM (o DVD) e dal monitor. L’apparato riceve il segnale della rete satellitare GPS e trasforma le informazioni in indicazioni visive e vocali che permettono al conducente di conoscere il punto esatto in cui si trova e individuare il giusto itinerario per qualsiasi meta. I dischi che contengono le informazioni sono aggiornati di anno in anno, per adeguare i dati alla nuova realtà del territorio (nuove strade, svincoli auto-stradali, raccordi, modifiche ai sensi unici e zone pedonali nelle città). Le ultime versioni dei sistemi in commercio per-mettono anche di localizzare porti, aeroporti, alberghi, ristoranti, teatri, monumenti, banche, ospedali, stazioni di servizio. In Germania è attivo un servizio (TMC, Dynamic Navigation) che avverte in tempo reale l’automobilista su eventuali ostacoli alla circolazione (incidenti, frane, incendi, ingorghi) e propone itinerari alternativi. La navigazione satellitare è una tecnologia in continua evoluzione, destinata a rivoluzionare l’intero sistema dei trasporti quando entrerà in funzione il programma Galileo.” Non saremo più costretti a restare ore e ore imbottigliati nel traffico, e i tempi medi di percorrenza si ridurranno, con un grande risparmio di carburante (e un beneficio per l’ambiente). Le autoambulanze, i mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine, potranno intervenire con maggiore rapidità e precisione.

I più importanti produttori di sistemi di navigazione satellitare sono
Clarion
www.clarion.it),
Alpine www.alpine-europe.com
Garmin  www.garmin.com/products/spIII
VDO Dayton   www.vdodayton.com
Becker  www.traffic-pro.com
Blaupunkt  www.blaupunkt.de
Magneti Marelli  www.marelli.it

 

Un esempio da imitare: la Regione Basilicata

La Basilicata è stata la prima regione europea ad adottare un progetto per rendere concreto l’approccio alle tecnologie digitali per tutti i suoi cittadini. “Un computer in ogni casa” è il nome del piano regionale per lo sviluppo della società dell’informazione (BASITEL), approvato dal Consiglio Regionale e inserito nel Piano Operativo Regionale 2000-2006.

Il piano è stato finanziato anche dall’Unione Europea e prevede la realizzazione di una infrastruttura telematica diffusa sull’intero territorio regionale. Si parte dalla rete unitaria della Pubblica Amministrazione regionale (RUPAR), che si propone di alimentare e diffondere nuovi servizi, investimenti e opportunità per tutte le componenti della società lucana.

Il progetto “Un computer in ogni casa” consente di attivare un servizio universale di alfabetizzazione informatica e di accesso alle opportunità informatiche delle reti telematiche per tutti i cittadini lucani. Ogni nucleo familiare sarà economicamente motivato ad acquisire, a condizioni di particolare vantaggio, la disponibilità di un PC e l’accesso alla rete Internet e alla pluralità di servizi utilizzabili tramite il portale della Pubblica Amministrazione Regionale e attraverso un portale nazionale multiservizio (comprensivo anche di servizi commerciali). Saranno anche promossi servizi di autenticazione delle transazioni elettroniche fatte dal cittadino o dall’impresa per l’accesso ai servizi transazionali di rete (certificazione., prenotazione, autorizzazione, pagamenti, ecc.) e allo sviluppo di servizi di commercio elettronico per il sistema produttivo lucano. “Un computer in ogni casa” si intreccia con un altro piano strategico della Regione, dedicato all’occupazione giovanile, con l’avvio di progetti di formazione e sviluppo professionale per 7.500 giovani lucani nel settore specifico della Società dell’Informazione. Il progetto dovrebbe essere completato entro l’aprile 2003. Ogni famiglia residente in Basilicata può richiedere un buono per l’acquisto di una stazione informatica completa (computer, modem, stampante), pari all’ottanta per cento del costo sostenuto. I dettagli sono indicati sul sito  www.basilicatanet.it. Il rapporto cittadino-istituzione è particolarmente “amichevole”: le pagine chiariscono gli scopi del progetto, ospitano una sezione di risposte alle domande più frequenti e tutti i moduli necessari per ottenere il finanziamento. E anche possibile conoscere online, digitando il proprio codice fiscale, lo stato di avanzamento della pratica. Per chi è ancora poco pratico della tastiera, c’è un numero verde, attivo nei giorni feriali dalle nove alle diciannove. Partner tecnologico dell’iniziativa è Ksolutions, l’azienda del gruppo KataWeb  www. kataweb. it che ha vinto l’appalto-concorso della Regione. Ksolutions sta realizzando i servizi di accesso alla rete, attiverà un portale integrato con quello della regione e si occuperà dell’assistenza tecnica agli utenti. Uno dei punti di forza del progetto è quello della formazione a distanza, che prevede un piano di addestramento professionale dei privati e delle aziende.

La riservatezza

La crescita della società dell’informazione ha un tallone di Achille: la tutela della riservatezza. C’è un film di successo di pochi anni fa, “Nemico pubblico n.1”, in cui il pericolo viene esasperato fino alla paranoia e dove i soliti servizi segreti deviati riescono a “tracciare” la vita del protagonista-vittima fino ad annullarla. La privacy ha molti nemici in rete, a cominciare dagli hacker, i pirati telematici che agiscono con le motivazioni Nemico Pubblico (Enemy of the State), di Tony Scott, 1999, con Gene Hackman, Will Smith e Jon  www.tempimoderni.com/1999/nemico/nemico.htm

Ho usato il verbo tracciare per tradurre il concetto di tracking, che nel gergo telematico significa seguire le tracce digitali di un’operazione fatta in rete. E così possibile ricostruire ogni movimento di una persona attraverso le telefonate fatte con un cellulare (luogo, orario), oppure dopo un’operazione al bancomat, in banca o all’ufficio postale, al casello autostradale. Nei paesi in cui non c’è democrazia, la polizia controlla ogni movimento degli utenti di Internet, per impedire loro di frequentare siti “politicamente scorretti”  Nel resto del mondo il controllo delle attività in rete dovrebbe limitarsi alla prevenzione e alla repressione delle attività illegali (transazioni economiche per riciclare denaro sporco, pedofilia, terrorismo). In realtà gli attentati dell’ 11 settembre 2001 negli Stati Uniti hanno rivelato i limiti di apparati complessi come Echelon,” che non sono riusciti a impedire la strage delle Twin Towers. Un fallimento che ha determinato un ulteriore giro di vite per la libertà della Rete, visto che 1’FBI ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione all’uso di Carnivore,’= un nuovo sistema di spionaggio digitale.

Il dibattito su questo tema ha caratterizzato Internet fin dai primi vagiti del Web. E lecito l’anonimato? Come ci si difende?

 

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