Igor bovolenta e piermario morosini sono soltanto gli ultimi eclatanti casi di tragiche morti di atleti avvenute durante l’attivita’ agonistica a causa di un attacco cardiaco. Persone in salute, atleti che si sottopongono a rigorosi controlli medici, uomini sui quali la logica andrebbe ad assegnare alla possibilita’ di un decesso per attacco cardiaco probabilita’ vicine allo zero… E allora che succede, e’ cosi’ imprevedibile il nostro cuore? E’ un dato di fatto: la morte cardiaca improvvisa uccide oltre 60000 persone all’anno, solo in italia. I piu’ colpiti sono ovviamente i soggetti a rischio, come i caridiopatici, gli ipertesi, i diabetici e colori che hanno gia’ subito un attacco cardiaco ma, occorre fare alcune precisazioni. La morte cardiaca improvvisa non e’ un infarto. L’infarto e’ provocato dall’ostruzione di una coronaria, il muscolo cardiaco funziona parzialmente, chi ne e’ vittima prova una sintomatologia ben definita e, molte volte, riesce ad essere soccorso in tempo ed a raggiungere l’ospedale piu’ vicino per essere curato. La morte cardiaca improvvisa, invece, e’ un evento subdolo causato da un corto circuito del sistema elettrico che regola i battiti del nostro cuore: spesso, purtroppo, non e’ legato a malformazioni congenite o a patologie pregresse. Accade e basta. Il cuore assume un ritmo irregolare che prende il nome di fibrillazione o tachicardia ventricolare, non riesce piu’ a contrarsi e pompare sangue, la persona non riceve piu’ ossigeno al cervello ed agli organi vitali, si accascia a terra e muore se non e’ soccorsa nei primi minuti dal verificarsi dell’attacco cardiaco. L’importanza e la popolarita’ dei defibrillatori nasce da questa condizione: solo l’erogazione immediata di una scossa elettrica in grado di resettare gli impulsi elettrici che regolano il ritmo cardiaco e’ in grado di offrire reali possibilita’ di salvezza a chi subisce un attacco cardiaco improvviso. I moderni defibrillatori portatili, denominati dae, sono di piccole dimensioni, molto facili da usare e quindi adatti anche a personale non sanitario. Delle voci guida, spesso associate anche a dei segnali visivi, supportano il soccorritore in ogni fase della manovra do soccorso, dalla chiamata dei servizi di emergenza alla apposizione delle piastre di defibrillazione sul torace del paziente, dalla messa in sicurezza di se stessi e di chi circonda la vittima durante l’erogazione dello shock elettrico alla corretta tempistica di esecuzione delle manovre di rianimazione cardio polmonare da effettuare subito dopo l’erogazione. Queste manovre, e’ bene ribadirlo, sono fondamentali ed una scorretta esecuzione puo’ compromettere l’intera attivita’ precoce di soccorso. Sul mercato vengono proposti anche defibrillatori in grado di monitorare l’efficacia dell’esecuzione delle compressioni del massaggio cardiaco che viene eseguito dal soccorritore, ulteriore supporto della tecnologia al fine di offrire al paziente la terapia umana piu’ efficace. E’ davvero un peccato dover sottolineare che sono soltanto gli eclatanti fatti di cronaca a portare alla ribalta l’importanza della defibrillazione precoce e che, purtroppo, nonostante il gran parlare le iniziative piu’ significative non vengano dalle istituzioni ma da iniziative di privati, societa’ od associazioni costituite da persone che spesso hanno subito in prima persona una perdita a causa della morte cardiaca improvvisa. Non rimane che augurarci che da tanto rumore anche le nostre istituzioni si pongano disponibili al concretizzarsi di iniziative atte alla diffusione dei defibrillatori sul territorio e negli ambienti pubblici, come manovre di defiscalizzazione o di incentivazione all’acquisto dal parte di privati ed aziende.
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