La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica che colpisce il sistema nervoso centrale e che ha come conseguenza più evidente una degenerazione della mielina, processo anche noto con il nome di demielinizzante. E’ proprio questo ad attribuire alla sclerosi multipla una grande variabilità in termini di sintomi che molto spesso ne complicano l’individuazione e la classificazione. Esistono infatti diversi tipi di sclerosi multipla che possono essere così classificati. La sclerosi multipla benigna è caratterizzata da una o due più recidive e la sua remissione è completa. La diagnosi viene effettuata solo dopo i 10-15 anni e solitamente non è invalidante. Abbiamo poi la sclerosi multipla recidivante-remittente che vede la malattia in circa il 40% dei pazienti scomparire e riapparire, specialmente in una prima fase della malattia. Per questo si utilizza il termine recidivante-remittente, proprio ad indicare una fase attiva e una di quiescenza della malattia. In circa l’80% dei casi questa variante della malattia sfocia nella forma secondariamente progressiva, mentre non si è ancora potuto accertare quali siano le cause del procedere della malattia. Abbiamo poi la fase transizionale che è caratterizzata da un incremento degli attacchi da parte del paziente il quale quindi è facilmente esposto al rischio di vedere la malattia svilupparsi nella fase di secondariamente progressiva. Quest’ultima si caratterizza per un acutizzarsi dei sintomi con il trascorrere del tempo e in linea di massima questa tipologia interessa il 30% dei malati. Infine abbiamo la primitivamente progressiva, tipologia caratterizzata dal fatto che i sintomi si sommano con il trascorrere del tempo in maniera graduale senza che compaia un vero e proprio attacco e senza che ci siano delle remissioni, causando però solo in casi limitati invalidità permanente. Come ultimo si devono poi citare le varianti maligne che interessano il 5% dei malati e portano ad un decorso molto rapido e alla disabilità completa.
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