Il mercato delle obbligazioni ha avuto un andamento in parte rilassato nel mese di gennaio. Per quanto riguarda i titoli di stato il rischio di impatto (spread) è diminuito di circa 10 punti base se si prendono in considerazione gli indici, misurati in termini di titoli europei a credito elevato (Investment Grade) rappresentati nel Merrill Lynch EMU Corporate Index (ER00). Infatti, la diffusione compensata dal generale aumento del rendimento dei mercati obbligazionari ha portato gli investitori a dover accettare un calo dei prezzi. Nel mese di gennaio il mercato delle obbligazioni societarie ha visto una forte e rinnovata attività di emissione. Molte società di fama mondiale – tra le altre citiamo ad esempio Daimler, BMW e Nokia – hanno immesso sul mercato obbligazioni a rendimento estremamente elevato a fronte di un notevole aumento della domanda.
C’è però Il rovescio della medaglia. Nel corso della nuova rivalutazione (repricing) del mercato obbligazionario societario nel suo complesso si è dovuta registrare una sostanziale perdita del valore dei corsi. Malgrado un lieve allentamento delle tensioni per quanto riguarda il mercato dei titoli industriali che potrebbe riflettersi in un aumento della liquidità nel mercato secondario è però ancora un po’ troppo presto per cantare vittoria. Il peggioramento della crisi economica avrà tra i suoi effetti negativi anche l’aumento del numero di società che dovranno dichiarare fallimento. La vittima più illustre di questi ultimi preoccupanti avvenimenti è stata di recente la società del settore chimico Lyondell Basell, che è stata posta in fallimento in base alla legge 11 del diritto fallimentare USA che opera in difesa dei creditori. Ora si è alla ricerca di misure in grado di fare da cuscinetto di protezione di contro tali avvenimenti.
Malgrado un leggero miglioramento generale dello scenario globale, la situazione del mercato dei titoli bancari resta tuttavia sempre molto precaria e a rischio e l’andamento generale del settore è stato determinato anche nel corso del mese di gennaio dalle cattive notizie che arrivano dai singoli istituti. In Germania si sono visti costretti a nazionalizzare almeno in parte la Commerzbank, la Hypo Real Estate ha richiesto altri miliardi di euro al fondo d’emergenza istituito dal governo e la banca centrale ha annunciato una perdita record per il 2008. Cattive notizie per il mondo bancario arrivano ancora una volta anche dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, dove la Bank of America e la Citigroup da una parte e la Royal Bank of Scotland dall’altra hanno dovuto richiedere ulteriori interventi del governo per cercare di rimettersi in piedi.
Il risultato è stata una forte variazione degli spread, dovuta soprattutto al fatto che non è per ora ancora in vista la possibilità di un effettiva risoluzione positiva dell’andamento del mercato del credito. A fronte di tutto questo vi è l’ipotesi della creazione delle cosiddette “Bad Bank” dove dovrebbe essere lo stato a farsi carico in nome della collettività dei titoli “tossici” degli istituti di credito in difficoltà. Su questo punto tuttavia, sia negli Stati Uniti che in Europa, la discussione è ancora in corso e non è stata presa alcuna decisione definitiva. Questo è uno dei motivi per cui per il momento gli operatori guardano ancora con molto interesse e attenzione alla questione dei prestiti a garanzia governativa per il rifinanziamento degli istituti bancari.
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