La settimana scorsa ho frequentato l’evento organizzato dal Centro di Documentazione Giornalistica. Abbiamo parlato della gestione dei contenuti editoriali online e ho sentito la domanda, che avevo già ascoltato tante volte: “Ma perché’ il mio sito non ha visite dalla Russia?!”. Sperare che il contenuto qualitativo in lingua italiana del sito possa da solo raggiungere il pubblico estero è una grande illusione. Sarebbe bello se lo facesse, ma purtroppo non lo fa. Soprattutto se parliamo della promozione dei contenuti in paesi di lingua russa e russofoni. Non dimentichiamoci, che il russo usa il cirillico, quindi le chance di essere trovati sono irrisorie, specialmente per i marchi privi di fama mondiale.
Per migliorare la rintracciabilità del contenuto all’estero bisogna seguire almeno queste tre regole:
• Fare una bella traduzione del sito in lingua russa. Non risparmiare sul lavoro del traduttore e correttore di bozze. Una traduzione fatta con “Google Translate” può solo peggiorare le cose.
• Fare una campagna di search engine reputation management (SERM) in lingua russa. Se il target audience non sa della vostra esistenza, come fa a trovarvi? Sperare che vi trovi con le parole generiche della vostra specializzazione scritte in italiano è poco promettente. Ci sono moltissimi siti con le stesse parole, ma scritti in cirillico con domini e hosting locali. Risulteranno quindi fra i primi in una ricerca su Google.
• Se il paese russofono è un target veramente importante per voi, allora bisogna fare una campagna dedicata a questo pubblico, usando siti della zona, strumenti adatti alle realtà locali, messaggi scritti in lingua russa.
Elena A. Markova
SLASH Communications