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Il Brunello di Montalcino DOCG

Un’autentica leggenda in bottiglia. È forse, in compagnia di Barolo e Barbera, il vino italiano più rappresentativo e importante dell’intero panorama enologico italiano. Famosissimo anche all’estero, ha una storia relativamente recente – seconda metà dell’Ottocento –  anche se si hanno notizie sui primi vini prodotti con uva Sangiovese fin dal Cinquecento.

Il Brunello, così chiamato il clone ad acini grossi di vitigno Sangiovese tipico della zona di Montalcino, in provincia di Siena, nasce grazie all’impegno della nobile famiglia Biondi-Santi, e in particolare di Ferruccio che si rese conto, studiandolo attentamente, delle grandi potenzialità offerte dal Sangiovese grosso come vino di grande struttura che ben si prestava a lungo invecchiamento.

Il primo Brunello di Montalcino del quale si hanno notizie venne prodotto nel 1865, e fin dal primo assaggio gli addetti ai lavori si resero conto della grande qualità del prodotto e delle enormi potenzialità che esso offriva invecchiandolo. Tuttavia per tutti i primi decenni del Novecento il mercato del Brunello era limitato esclusivamente alla Toscana, sia per una questione di promozione del prodotto che di prezzo al pubblico, dato che i costi per la produzione erano – e sono – più elevati rispetto ad altri vini.

Negli anni tra le due guerre ci fu un decadimento della produzione, e solo pochi e coraggiosi produttori continuarono a vinificare nonostante le difficoltà di quel preciso momento storico.

Ma è nel dopoguerra che la produzione riprese su più ampia scala e, complice anche un ritrovato benessere economico, il Brunello di Montalcino si diffuse in tutta la Penisola e anche all’estero, divenendo il mito che tutti noi oggi conosciamo e apprezziamo.

 

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