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Il mercato dei cereali ringrazia la pioggia. Prezzi in salita malgrado la guerra dei dazi

Se l’uragano Trump si era abbattuto sul mercato dei cereali americani facendone crollare i prezzi, la pioggia sta (in parte) rimettendo le cose a posto. In mezzo ci sono gli investitori, specialmente quelli dei fondi di gestione, che si sono trovati spiazzati da questo colpo di scena climatico.

L’altalena sul mercato dei cereali

mercato dei cerealiSi può dire che la pioggia è riuscita ad essere più forte dei dazi nell’influenzare il prezzo sul mercato dei cereali. La battaglia tariffaria tra USA e Cina aveva depresso questo settore, perché si regge essenzialmente sulle esportazioni. La soia era stato l’emblema di questo tracollo. La caduta verticale dell’export verso l’Oriente, aveva portato il prezzo de semi di soia sotto gli 8 dollari. Roba che non si vedeva da un decennio. Il prezzo a Chicago rimane ancora basso, ma nel solo mese di maggio ha recuperato quasi il 10%.

E’ accaduto che l’allarme per il maltempo negli Stati Uniti ha scombussolato il mercato dei cereali. Ha rallentato le operazioni di semina. A causa delle piogge gli agricoltori sono riusciti a completare soltanto poco più della metà delle semine. In alcuni casi (come il mais), il ritmo è stato il più lento da quarant’anni. Ma ritardi forti ci sono stati anche su frumento e soia. Tutto questo fa temere non solo una riduzione delle aree coltivate, ma anche una resa inferiore alla media.

Rialzi da record in poche settimane

Come accade sempre, il timore di un raccolto sotto ritmo ha spinto i prezzi sul mercato dei cereali. Al punto tale che è stato battuto l’effetto (negativo) dei nuovi timori legati alla escalation commerciale tra Cina e USA. Il mais si è rilanciato al Chicago Board of Trade (Cbot), arrivando sui massimi di 3 anni e schizzando oltre la media mobile 200 periodi. Solo nella seconda metà di maggio l’incremento è stato del 24%. Anche il frumento è schizzato di oltre il 20%. Perfino la soia – ovvero quella più martoriata dalla guerra commerciale – ha cominciato a risalire la china.

La situazione ha avuto fortissimi riflessi nel mondo finanziario. Già perché gli hedge funds avevano accumulato un’esposizione ribassista da record su cereali e semi oleosi. Madre-natura quindi li ha colti in pesantissimo contropiede, facendo scattare i trailing stop loss e inducendoli a ribaltare improvvisamente i programmi e innescando le ricoperture. Non a caso nella terza settimana di maggio, gli speculatori hanno riacquistato posizioni corte (alla vendita) per 5,5 miliardi di dollari nel comparto.

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