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Il nettare di Bacco

I vini da tavola non hanno un’indicazione geografica di provenienza. Si tratta in sostanza di un vino , o assemblaggio di vini,prodotti da uve non necessariamente della stessa area. Sull’etichetta non può essere indicato il vitigno, né tantomeno l’annata di raccolta. I vini da tavola possono avere nomi di fantasia. Quando in un’etichetta figura la denominazione merceologica “vino da tavola”, ci troviamo di fronte a un vino generico, privo di specifiche caratteristiche qualitative,( non vuol dire che sia di bassa qualità o che non sia genuino ) bisogna infatti sottolineare che molti produttori , specie prima del varo dellr Igt, hanno imbottigliato i loro vini di qualità come vini da tavola. Gli esempi più noti sono quelli del Sassicaia e del Tignanello, due vini toscani che hanno raggiunto notorietà in tutto il mondo. Il Sassicaia , prodotto e vinificato nella tenuta San Guido di Bolgheri, ha ora diritto alla Doc Bolgheri. Il nostro paese vanta una ricchezza straordinaria di vitigni,a volte sconosciuti,a volte dimenticati o in via di estinzione: sono circa 400 le varietà autoctone che in epoca di globalizzazione vitivinicola è importante conoscere e valorizzare. Il termine autoctono, ultimamente molto di moda, indica un vitigno che ha origine in Italia, o che è presente sul nostro territorio fin da tempi molto lontani. Un esempio di varietà autoctona è la Coda di Volpe, uva conosciuta fin dall’epoca romana e ancora oggi coltivata in Campania. Per alloctona si intende invece una varietà introdotta da altri paesi in tempi abbastanza recenti, come il Syrah in Toscana, il Gewurztraminer in Sardegna. Tra i vitigni il Sangiovese è quello più diffuso insieme a Catarratto Bianco siciliano, Trebbiano Toscano, Montepulciano, Barbera, Merlot,Cabernet Sauvignon. Visita il sito ladelizia.com vini rossi friuli

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