Sigmund Freud studiò in Europa assieme ad altri che cercavano di trovare un legame tra la vita della psiche e i processi fisiologici. Nel XIX° secolo, studiosi come Charcot, Mesmer e Wundt, pur sperimentando mezzi chimici, ipnosi, particolari controlli restrittivi e molte altre tecniche, non riuscirono a scoprire il legame esistente tra la psiche e i processi fisiologici. Fu Freud e ricomporre l’unità tramite il sogno, cioè il linguaggio che fa da mediatore tra il conscio e l’inconscio.
Freud scoprì che l’atteggiamento cosciente derivava sia da fattori di origine ambientale e familiare sia da una “memoria razziale” dello sviluppo del genere umano dei periodi primitivi che riemergevano nella prima infanzia. Per Freud lo sviluppo del bambino dei suoi primi anni rappresentava l’evoluzione ottenuta gradualmente dal genere umano e agiva in contrasto con il suo ambiente e in contrasto con l’influenza della famiglia.
Freud credeva che la dominante principale fosse la sessualità e che la psicoanalisi fosse un metodo scientifico in grado di mettere a nudo tutte le influenze che mascheravano o limitavano l’impulso sessuale. Le relazioni tra il bambino e i genitori venivano associate a temi di ordine mitologico come quello di Edipo e di Elettra.
Nella psicoanalisi di Freud l’analista aveva un rapporto paterno con il suo paziente e usava come mezzo di comunicazione la libera associazione. Il sogno e le fantasie venivano narrati dal paziente e poi l’analista ne metteva in luce i significati nascosti.
Dalla graduale riduzione del materiale non essenziale risultava la natura dei principali impulsi sessuali e delle conseguenti frustrazioni che avevano portato il paziente a non trovare una sua precisa collocazione sociale e a interpretare in modo errato il mondo esterno. Lo scopo della terapia era quello di liberare il paziente dalle sue afflizioni consentendogli di parlarne a fondo.
Freud fu il fondatore della psicologia moderna, ma il suo atteggiamento nei confronti della sessualità, considerata la principale componente della psiche, si cristallizzò in una rigida dottrina, tanto che molti dei suoi allievi furono costretti a rifiutare la sua eccessiva semplificazione e il suo paternalismo dogmatico.
Carl Gustav Jung, ad esempio, si staccò da Freud nel 1913 a causa di divergenze sul concetto di libido. Jung ammetteva che il motivo dominante dell’esistenza era capace di agire tramite il sesso, ma secondo lui il sesso non era il solo e unico canale attraverso cui poteva agire.
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