Comunicati

Il paesaggio come elemento di identità

Casa Ancona. La tutela del paesaggio è un argomento che la politica italiana ha da sempre trascurato giungendo a dei livelli di deturpamento che soltanto negli ultimi anni hanno visto crescere l’ incremento della cementificazione a dei livelli che non si sarebbe pensato fino a poco tempo fa. Ogni Comune di Italia è investito da questa ondata di cemento che non si arresta, ma che anzi sembra giorno per giorno aumentare. Tuttavia vi è una sproporzione tra la crisi nella quale versa l’edilizia e il numero enorme di abitazioni e capannoni che stanno sorgendo ovunque. La domanda che sorge spontanea è: chi andrà ad abitare queste case? Non è infatti raro vedere complessi abitativi, o capannoni industriali rimasti senza affittuari, con i cartelli appesi che indicano che ancora all’interno non vi abita e non vi lavora nessuno. Le Marche e la provincia di Ancona non sfuggono a questo dilagante mare di cemento, e la città di Ancona stessa ha subito nel corso degli ultimi anni degli affronti e degli sfregi che non potranno mai più essere cancellati. Zone un tempo bellissime come pietra la croce, o la vallata del torrente Miano, sono state irrimediabilmente deturpate con una serie di villette e costruzioni in cemento che non solo hanno eliminato la rigogliosa vegetazione che un tempo copriva quelle zone, ma hanno anche irrimediabilmente alterato il paesaggio. Il brutto è che questa ondata non si ferma. Nuovi cantieri sorgono le nuove zone d’Ancona vengono eliminate togliendo ai cittadini quel senso di identità che ha caratterizzato fino a questo momento la propria vita che era legata a dei luoghi specifici in cui i ricordi alimentavano quel senso di appartenenza al territorio che ora sta sempre più scomparendo. Ecco allora un nuovo problema per il cittadino moderno, quel senso di espropriazione progressiva dalla propria città, quel senso di mancanza di appartenenza ad un luogo nel quale ormai non si trovano più le possibilità per insediare i ricordi, ma divenuto ormai soltanto. Nel quale si svolge una produzione e di cui il cittadino diviene strumento senza poter far altro che incanalarsi in questa corrente produttiva/ consumativa, del quale egli è l’oggetto. E allora non soltanto l’eliminazione del paesaggio è un affronto alla natura, ma è anche un’azione che mina alle fondamenta il senso di identità delle persone in quanto li priva dei luoghi che erano specifici della zona nella quale abitano, rendendoli identici, tramite la colata di cemento, ad ogni altro luogo nel mondo. Questa forma di alienazione, quella stessa che in tempi passati era stata teorizzata per le forme di lavoro, si sta ora espandendo a macchia d’olio inducendo nelle persone quel senso di spaesamento e di disorientamento così caratteristico dei tempi nei quali viviamo.

No Comments Found

Il servizio gratuito di pubblicazione dei comunicati stampa è offerto dall'Associazione link UP Europe! di Roma