Il più grande trasloco della storia riguardò dodici case vittoriane, che dovevano essere trasferite da San Francisco ad un luogo che distava un chilometro, operazione che richiese l’utilizzo di trenta grandissimi camion e più di cento operai.
Queste case avevano molto valore, perché si trattava delle uniche che avevano resistito, prima al terremoto del 1906 e poi, al piano urbanistico che aveva demolito diverse case, ritenendole di scarso pregio.
Nei paesi americani del nord, Canada e Stati Uniti, traslochi come questo non sono una rarità, anche se questo rimane a tutt’oggi il più impegnativo e grande di sempre, perché le case furono posizionate su piloni di legno, furono eliminati, per tutta la lunghezza del tragitto, tralicci telefonici, lampioni e cablaggio urbano, per impedire qualsiasi guasto elettrico, infine il trasloco ebbe inizio, con le case caricate sui camion e la polizia che scortò per tutta la durata al fine di garantire la sicurezza delle strade.
Sebbene allora non si disponesse dei mezzi attuali, le case che sono state spostate, si trovano tutt’oggi in piedi nel luogo d’arrivo.
La città di San Francisco, negli anni ’70, era afflitta dal sovraffollamento e dalla povertà. Il distretto di Fillmore, in particolare, punto di riferimento culturale per la comunità afro-americana, dopo la seconda guerra mondiale, quartiere situato nella zona ovest in cui si svolgeva la maggior parte della vita culturale ed artistica della città, era divenuto, con la sua imponente architettura vittoriana, una vera e propria baraccopoli per la presenza di molte famiglie poco abbienti.
Il Redevelopment Agency di San Francisco pianificò la costruzione di un quartiere residenziale nuovo, al fine di riqualificare urbanisticamente la zona, e per fare questo diede il via all’abbattimento di 2500 vecchi edifici nonché al piano di ricostruzione che durò 30 anni.
Il fotografo Dave Glass riprese le varie fasi del trasloco più grande del mondo.
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