Comunicati stampa e News

Immersioni subacquee: caratteristiche e regole di buona condotta

Con l’arrivo dell’estate, si riaccende la sfizio di dedicarsi alle immersioni subacquee, uno sport interessante e affascinante ma anche abbondantemente faticoso e da praticare con la dovuta attenzione. Si perché se da un reparto fare immersioni permette di esplorare il magico e stuzzicante ambiente sottomarino, dall’altro bisogna sempre intrigare che non si può improvvisare, in quanto le immersioni subacquee richiedono un’adeguata preparazione sia dal punto di vista tecnico che fisico.

Le prime immersioni subacquee venivano effettuate soprattutto in apnea ma con il tempo, grazie all’introduzione di strumenti e di tecniche sempre più raffinate, è stato concepibile emanciparsi da questo limite, consentendo immersioni di lunga durata e di elevata profondità (info su scuba school).

Oggi l’attività di immersione subacquea è molto diffusa, praticata da professionisti ma anche da semplici appassionati desiderosi di scorgere il mondo sottomarino.

In linea di massima esistono diversi tipi di immersione che si distinguono tra loro per tecniche e modalità, oltre che per lo scopo per il che vengono praticate. In questa seconda categoria rientrano tre diverse “tipologie” di immersioni: l’immersione sportiva o ricreativa, che viene solitamente praticata dagli appassionati come svago, l’immersione tecnica, che richiede un addestramento priore ed una elevata conoscenza tecnica, e le immersioni professionali o commerciali praticata solo da professionisti, in Italia gli OTS, spesso iscritti in appositi registi detenuti dalle Capitanerie di Porto.

In base al tale di attrezzatura utilizzata e alla tecnica con la quale l’immersione viene praticata si possono distinguere altri tipi di immersione. La prima è, come visto, l’immersione in apnea una pratica altamente complessa che richiede un’elevata allenamento fisica e psicologica al sottile di favorire il risparmio di ossigeno necessario per immergersi e il minimo affaticamento muscolare possibile.

La forma più praticata e più assai diffusa di immersione è invece quella con autorespiratore che prevede che il sub si immerga provvisto di bombole di ossigeno le cui dimensioni vanno solitamente dai 15 ai 18 litri.

Per quanto concerne le attrezzature, in linea di massima anche chi consuetudine immersioni subacquee in contegno occasionale o come chiaro passione non può non dotarsi di uno apposito kit di base che comprenda, alle spalle a maschera, pinne, avvicendamento e bombole anche un giubbetti ad assetto variabile, un manometro, un profondimetro, una bussola e un aerostato di segnalazione.

Esistono poi delle codificazione di “buona condotta” che sarebbe bene non disattendere mai per la propria e per la sicurezza altrui.

Tra le codificazione del decalogo del buon sub rientrano certamente quella di equipaggiarsi di un certificato medico che accerti l’idoneità fisica all’immersione e di un brevetto e di effettuare immersioni solo quando si è in ottime condizioni fisiche. Da ricordare, poi, che se non ci si immerge per un manifesto periodo di tempo è magistralmente effettuare le prime immersioni con una certa prudenza, evitando correnti e profondità elevate, controllate sempre la vostra attrezzatura prima di immergervi, evitate sforzi una volta terminata l’immersione , prediligete le immersioni in compagnia, cercate di non superare i 40 metri di fondo e risalite in superficie ad una ritmo di 10 metri al minuto rispettando sempre la tabella di decompressione.

Infine da ricordare che è possibile anteporre diversi tipi di immersioni in base ai gusti: lo snorkeling, ovvero l’immersione privato di bombole, il drift, ossia l’immersione con una barca di conoscenza e, infine, il wreek ossia le immersioni in corrispondenza di relitti sommersi.

scuba

Exit mobile version