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Imparare una poesia a memoria senza capirne la morale

Una volta a scuola si imparavano le poesie a memoria. Quanti pomeriggi venivano trascorsi nel vano sforzo di imparare a memoria versi che col passare del tempo si sarebbero dimenticati. Quante notti da incubo in attesa di un risveglio che avrebbe avvicinato al momento fatale della recita in classe? Oggi questa metodologia è quasi scomparsa con infinito sollievo degli studenti. Probabilmente però la causa degli incubi notturni non era tanto dovuta alla certezza di non sapere la poesia, quanto al girarsi e rigirarsi su materassi troppo cedevoli o troppo duri. Per non parlare poi dei bozzi creati dal lungo uso. Oggi si è compreso che riposare bene è importante quanto l’alimentazione e l’esercizio fisico. Si sta infatti sempre più diffondendo la consapevolezza di quanto sia importante la cura del proprio benessere. Simmons, antesignano di questa filosofia, fin dal 1870 si occupa del miglioramento della qualità del riposo. A questo periodo risale infatti il suo materasso a molle. Da allora Simmons adegua continuamente i suoi prodotti alle evoluzioni della tecnica e alle richieste di chi ricerca per sé solo il meglio. Una ricerca continua che, forse, non avrebbe consentito a D’Annnunzio di ispirarsi ai suoi ricordi giovanili per mandare al rogo un materasso non troppo confortevole. Nella filastrocca che il Vate dedica al Carnevale si parla infatti di un vecchio pazzo che si vende il materasso per comprare pane e vino e darsi alla gozzoviglia più sfrenata. Una deliziosa filastrocca che potete trovare sulla pagina di Trycel in onore del Carnevale.

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