Ci avviciniamo all’inverno e con i primi freddi stagionali puntale arriva la conferma dell’attesa crescita dei consumi del gas. È notizia riportata dall’ANSA, proprio oggi 4 novembre, che dopo due mesi di leggera flessione nell’utilizzo del metano, a ottobre c’è stato un deciso incremento sia in ambito civile (+9,4%) che industriale (+10,5%).
Sorridono sicuramente Algeria e Russia, i due maggiori esportatori di gas in Italia. Sugli ottantamila miliardi di metri cubi di gas che annualmente il nostro paese importa, infatti, dai gasdotti algerini e russi ne arrivano circa il 33% e il 30%, rispettivamente. Ma non sono i soli: anche Libia (12%), Olanda (10%) e Norvegia (7,5%) probabilmente spereranno in un freddo inverno per il Belpaese, che dipende per oltre l’85% da metano proveniente dall’estero.
Se può consolare, in ogni caso, non siamo lo Stato messo peggio: le Repubbliche Baltiche dipendono totalmente dal gas russo, come pure la Slovacchia, e solo pochi anni fa con la crisi tra Mosca e Kiev non se la sono certo passata bene.
Intanto, mentre si guarda con molta diffidenza al nucleare e con poca intraprendenza al fotovoltaico, il gas naturale continua a essere una delle fonti di energia più importanti. C’è anche chi – forse esagerando, e forse no – lo definisce “il futuro”. Potrebbero sembrare parole un po’ strane, ma se escono dalla bocca del ministro dell’Energia del Qatar, Abdullah bin Hamad Al-Attiyah, di certo non possono essere ignorate.
Il ministro ha anche aggiunto: “L’uso del gas naturale si accelererà autonomamente, in quanto è una fonte di energia più economica e a sostenibilità ambientale maggiore”.
Difficile dire se avrà ragione o meno, ma resta il fatto che tra non molto il rapporto con la nostra caldaia di casa assumerà sicuramente connotati di amore-odio e cercare un risparmio sulla bolletta del gas sarà un pensiero ricorrente di parecchi italiani.
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