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Improvvisazione e coreografia nella danza del ventre

Una buona preparazione artistica e coreografica nella danza del ventre richiede lo studio anche all’interno dell’improvvisazione.

Un continuo aggiornamento su tecnica e coreografia occorrono ad intuire come districarsi nei veri e propri passi, soprattutto in bellydance, occorrono a capire nello specifico le conosciute “transizioni”.

Ad esempio sono utilissimi all’acquisizione del saper arrivare a legare in maniera elegante e corretta i vari passi, o per intuire in modo istintivo le differenti e molteplici possibilità all’interno dello spazio che si utilizza per la danza, nel momento in cui si utilizza.

E’ altresì constatato, che per raggiungere una buona indipendenza dei movimenti del corpo, tale da trasformarsi in movimenti definiti (che nel loro susseguirsi, formano per l’appunto l’improvvisazione), il danzatore debba allenarsi attraverso la musica registrata con la ripetizione del movimento.

Il tutto, senza però trasformare definitivamente questo stile di sessione di allenamento,  nella sola ed unica finalità dello studio della danza del ventre.     

Contrariamente, questo modo di vedere la nostra preparazione, potrebbe portarci esclusivamente ed a priori, a dipendere dallo studio, piuttosto che assecondare in primo luogo la musica, movimenti e passi.

Diciamo che potrebbe col tempo farci staccare dal più importante dei pensieri accademici del ballo, quello inerente al fatto che la danza si trova già dentro di noi e che bisogna assolutamente “scavare in noi stessi”, per poterla finalmente ritrovare.

Solo a quel punto, nel frangente in cui noi riusciamo ad entrare in contatto con il nostro livello artistico interno, possiamo infine esternarlo, attraverso la grandiosità dell’improvvisazione.

Prendendoci del tempo ed a pensarci bene, possiamo giungere a capire come la coreografia, in fondo, non sia nient’altro che improvvisazione migliorata, raffinata, resa elegante e tradotta per essere modellata a dovere, fino al confezionamento del vero e proprio spettacolo teatrale.

L’improvvisazione nella danza del ventre resta un fattore fondamentale

Resta il fatto inequivocabile che l’improvvisazione, risulta un fattore importantissimo all’interno della bellydance, in molti affermano infatti che lo sia, tanto quanto lo sono anche lo studio tecnico e coreografico.

Capita però molto spesso, che l’elemento improvvisazione, venga oscurato, non del tutto messo in luce, o in alcuni casi completamente dimenticato, tanto da non essere preso in considerazione da certi insegnanti di danza del ventre.

Questo è un male, soprattutto per il fatto che l’allievo, crescerà con un’idea errata dell’improvvisazione, un’idea che lo porterà a giudicare che l’improvvisazione sia qualcosa di raffazzonato, di arrangiato e poco curato, privo di qualsivoglia tipo di preparazione.

Una persona che non conosce il significato dello stile improvvisato, non sarà in grado né di giudicarlo, né tantomeno di capirlo, arrivando persino in alcuni casi a credere che questo stile sia sbagliato, che faccia male al ballerino o che sia da perfezionare poiché non preparato e confezionato come loro sono abituati a vedere l’arte.

La realtà assoluta è che improvvisazione e coreografia, sono due facce della stessa medaglia, due gemelle diverse che si amano e si odiano, ma che alla fine collaborano sempre durante l’espressione.

Questo perché anche quando si esegue una coreografia conosciuta, provata e riprovata, esiste comunque durante l’esecuzione, la sottile cortina dell’interpretazione.

L’interpretazione, se utilizzata in maniera introspettiva e profonda, porta inevitabilmente la danzatrice del ventre ad improvvisare su ciò che già esiste come coreografia di base.

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