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In che modo usare la tecnologia

Oggi trattiamo il tema del HI-TECH ovvero  “Alta tecnologia”. Cercando in giro un po’ di notizie hi-tech scovando tra i blog delle risorse geek  abbiamo scoperto molte cose interessanti: icon il termine hi-tech si indica la tecnologia al momento più avanzata e appare per la prima volta nel 1957, in un articolo del New York Times che riguardava l’evoluzione dell’energia in Europa. L’articolo dimostrava come la concorrenza stava inducendo le imprese alla ricerca e all‘introduzione di metodi per migliorare la produzione e poter incrementare le proprie attività di mercato, o conseguire profitti superiori rispetto a prima. Questa possibilità di produrre meglio e di più fa nascere lo studio dello sviluppo dell‘innovazione . Iniziarono così gli investimenti e studi che analizzavano la crescita sviluppando teorie sui nuovi metodi di produzione. Un contributo importante può venire dalle riflessioni teoriche e dalle ricerche empiriche sviluppate nel settore di studio denominato Science and Technology Studies (Studi Sociali della Scienza e della Tecnologia). Infatti in questo campo esistono una serie di idee che possono tornare molto utili per evitare di cadere nel noioso quanto inutile dilemma se sia la società a influenzare la tecnologia o la tecnologia a influenzare la società. Il termine tecnologia è una parola composta letteralmente vuol dire “discorso (o ragionamento) sull’arte”, dove con arte si intendeva il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica. Se come tutti sappiamo la tecnica riguarda il saper fare, la manualità, il ragionamento diventa la comprensione dei risultati raggiunti attraverso l’azione concreta: in questo modo la tecnologia diventa il progetto della tecnica. I due termini dialettici del fare e del sapere hanno interagito nel corso del tempo, spesso scambiandosi di ruolo nel promuovere l’evoluzione della tecnologia. La vittoria dell’uno o dell’altro termine ha fatto nascere gli approcci: euristico, quando si procede sperimentalmente con prove ed errori per cercare soluzioni ad un problema sconosciuto; algoritmico, quando si applicano soluzioni già conosciute ad un problema per gran parte simile ad altri affrontati in precedenza.

La tecnologia da sempre e oggi in particolare ha influenzato in modo decisivo la vita e il vivere bene degli individui e delle società, nonché la capacità di tutte le specie animali di controllare e adattarsi al proprio ambiente naturale. L’utilizzo da parte dell’uomo della tecnologia ha avuto inizio con la conversione delle risorse naturali in strumenti semplici. Un po’ come è successo tanti anni fa con la preistorica scoperta o e il successivo controllo del fuoco che ha aumentato le fonti disponibili di cibo e l’ invenzione della ruota che ha aiutato l’ uomo a viaggiare in uno spazio sempre più ampio. I recenti sviluppi dei media (come la stampa o il telefono e Internet), hanno decisamente abbassato le barriere fisiche della comunicazione e ha permesso agli esseri umani di interagire facilmente a livello globale. Nonostante ciò, non tutta la tecnologia è stata usata a scopi pacifici; ricordiamo infatti lo sviluppo delle armi e la sempre crescente potenza distruttiva che è avanzata nel corso della storia, dal bastone alla bomba atomica. Il luogo comune maggiormente diffuso vede come rivali la natura e l’artificio, l’ambiente originario e le trasformazioni prodotte dalla tecnologia. In questo scenario colorito però l’uomo non inserisce nella natura qualcosa che già non esista. Tutti i processi di umanizzazione possono essere dimostrati come riproduzione di meccanismi naturali per il raggiungimento di un obiettivo individuale o collettivo, là ddove in natura la maggior parte delle volte questi stessi processi esistono e vanno avanti in modo casuale. Questo dimostra che la rivalità tra naturale e artificiale non è di tipo qualitativo  vale a dire un tipo di trasformazione, fattori implicati ma più che altro di tipo quantitativo e cioè riconducibile alla intensità nel consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili.

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