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LA GALLERIA CONTIENE,UNA RACCOLTA DI DISEGNI ACQUERELLI ,CHINE
UNA PAGINA DI CITAZIONI E POESIE SUI CAVALLI.
CLAUDIA RICCI
La storia
La penna e l’inchiostro sono da molti secoli strumenti usati da artisti e disegnatori, infatti questi strumenti sono molto economici e consentono una varietà di forme espressive individuali illimitate.
Una delle particolarità che emerge da qualsiasi studio del disegno a penna e la diversità di temperamento degli artisti che sono stati attratti da questo mezzo, ed è curioso osservare come questi stili siano ricorrenti nel tempo. Così il piglio vivace di Salvator Rosa (1615-73) ci riconduce, tra gli artisti di oggi, a Ciaes Oldenburg (n. 1929) e a Jan Ribbon (n. 1924), mentre lo stile più freddo, calligrafico e sensibile di Leonardo (1452-1519) e Botticelli (1445-1510) riaffiora nei disegni a penna di molti artisti contemporanei.
Furono i monaci medioevali a diffondere per primi l’uso del disegno a penna. Il supporto su cui eseguivano i loro disegni era in genere pergamena: di capra, pecora o anche meno robusta come vitello, agnello e capretto. Le penne di cui si servivano erano solitamente penne d’oca. I disegni dei monaci non furono certo i primi ad essere eseguiti con penne d’oca; tuttavia, i principi di base per l’uso della penna e le tecniche utilizzate in seguito dai formidabili disegnatori del XV secolo risalgono a quel periodo.
Durante il Rinascimento, le tecniche e i metodi si fecero maggiormente sperimentali, la scelta dei soggetti si ampliò e si associarono i mezzi pittorici più diversi. Gli artisti del Rinascimento incominciarono a utilizzare i pastelli, l’acquerello e le lumeggiature bianche. Il periodo post-rinascimentale fu assai ricco di disegnatori particolarmente dotati che si servirono della penna.
L’approccio e le tecniche di Rubens (1577-1640) e Van Dyck (1559-1641) contrastano con lo stile meno teatrale e più intimo di Rembrandt (1606-69) i cui disegni a penna, appena velati di colore, sono profondamente emozionanti.
Nel XVIII secolo, l’inglese Hogarth (1697-1764) fu un disegnatore di prim’ordine. Impiegava pochissimo tempo per lo schizzo preparatorio e il suo stile nervoso e calligrafico coinvolge immediatamente chi osserva, rendendolo partecipe dell’atmosfera delle sue opere. Alla fine del secolo scorso Aubrey Beardsley (1872-98) usò la grafica linearità del segno per le sue inconfondibili tavole a penna, che componeva per contrasti di zone bianche, neri uniformi, linee sottilissime.
Negli Stati Uniti, Charles Dana Gibson (1867-1944) introdusse nel disegno a penna caratteristiche di robustezza e precisione fino ad allora sconosciute a questa tecnica. L’intelligenza e la vivacità di Caran d’Ache (1859-1909) e di Forain (1852-1931), entrambi svizzeri, aggiunsero un tocco tipicamente francese all’arte grafica del tempo.
Tra gli artisti più dotati del disegno a penna, vi sono, nel XX secolo, Matisse (1869-1954), Picasso (1881-1973) e Pascin (1885-1930). In Gran Bretagna, l’impulso dato a questa tecnica da Gaudier-Brzeska, artista dalla vita breve (1891-1915), è ancora vivo oggi nelle illustrazioni di molte riviste, specialmente appartenenti al campo della moda
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