Infracom spinge su datacenter e nuvola e rinnova la mission sulle Tlc. Il vicepresidente Andrea Pellizzari al Corriere delle Comunicazioni: “Il piano industriale è stato rispettato e l’Ebitda è quello previsto”. Quella verso il cloud è una scelta che parte da lontano, spiega Pellizzari, “e che oggi ci vede pronti”. Lancio di servizio pay per service e smart billing entro il 2012.
Infracom torna giovane. Si focalizza sulle infrastrutture, rinnova la mission sulle telecomunicazioni, valorizza il backbone e spinge su datacenter e cloud. È il nuovo volto della società veronese che ha sottoscritto con le principali banche finanziatrici un accordo di ristrutturazione che ha portato al dimezzamento del debito sulla base di un piano di risanamento complessivo che comprende un piano industriale per gli anni 2011-2015.
“Problemi di crescita”, li definisce il vicepresidente della società controllata dal Gruppo Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, Andrea Pellizzari, che hanno portato Infracom, che in questi anni non ha mai bruciato cassa, a cedere l’area IT con sede a Padova attraverso un’operazione di management buy out. Da Infracom IT la società ha preso il nome di Corvallis Spa.
“Il piano industriale è stato rispettato e l’Ebitda è quello previsto”, spiega Pellizzari. Chiuso il capitolo con il passato, Infracom guarda al futuro con una struttura fatta di circa 500 dipendenti con le due sedi principali a Verona e Milano e molte altre sparse sul territorio nazionale. La società punta con decisione sui suoi datacenter dai quali partono i servizi cloud fondamentali per la strategia dei prossimi anni. Infracom ne possiede quattro a Milano, Verona, Imola e Brindisi acquisito nel 2011. La superficie di queste strutture è cresciuta di 250 mq ogni anno a partire dal 2009. La struttura più importante è quella in via Caldera a Milano, che ha nella sala Avalon il più importante peering point italiano, e vanta una superficie di circa quattromila mq e rappresenta la chiave per accedere al backbone internazionale.
Quella verso il cloud è una scelta che parte da lontano, racconta Pellizzari, “e che oggi ci vede pronti. Abbiamo l’infrastruttura, la modalità di erogazione dei servizi e il pagamento. Vogliamo lavorare bene nelle telecomunicazioni e nei datacenter avvalendoci anche di partner complementari perché siamo convinti che oggi fare un po’ di tutto è una strategia che non paga più”.
Le possibilità di crescita nel cloud sono ritenute importanti, per questo entro fine anno sarà lanciato un progetto di pay per service basato sulla struttura di Imola con servizi di smart billing per erogare fatture a consumo. Il 2012 vedrà anche il lancio di servizi Iaas e Pass di classe enterprise che puntano verso le medie imprese “che vogliono abbattere i costi fissi e abbracciare il salto tecnologico”. L’interessa da parte della clientela è elevato perché, spiega il vicepresidente, molti aziende ci hanno detto di non essere ancora partite solo per problemi finanziari. Passata la bufera sono in molti pronti a riaccendere i motori.
La società è pronta a cavalcare l’onda grazie alla sua rete in fibra ottica ottica di circa 10.000 km con una Man (Metropolitan area network) di 1.380 chilometri in quaranta città e cavi che seguono l’asse autostradale e permettono di congiungere le aree produttive.
Per quanto riguarda la parte IT, Infracom ha conservato Panthera, l’Erp proprietario, che da una decina d’anni viene sviluppato in Tunisia, importante presenza nel Nord Africa. Nell’ambito del suo piano internazionale, Infracom ha inoltre in progetto l’espansione dei servizi cloud in Austria e Svizzera entro il 2013. Nel wireless è presente su tutto il territorio nazionale con servizi Hyperlan e in particolare in Toscana e Veneto. In quest’ultima regione Infracom è presente anche con servizi di Wireless local loop. “In Veneto e Toscana – aggiunge Pellizzari – connettività significa Infracom, ma siamo una realtà nazionale”. Servizi di fonia, xDsl, sicurezza, web e posta elettronica completano il quadro dell’offerta della società che nei suoi data center ospita oltre cento carrier, large account e media e punta a un’evoluzione costante della rete con progetti di sviluppo per erogare servizi a 100 Gb/s.
FONTE: Corriere delle Comunicazioni
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