Dopo aver parlato di particolari forme di magia, come la chiromanzia, del ruolo e delle funzioni del sensitivo, o di specifici incantesimi come i legamenti d’amore, oggi parliamo di Candomblè un culto molto seguito e praticato in tutto il Brasile che si configura non solo come una religione indipendente, ma anche come una filosofia che implica umiltà e sacrificio e che ha come fine ultimo quello di permettere il ricongiungimento con quella parte di noi che vaga nell’infinito.
La parola Axè riassume questa religione incarnando nella teoria l’energia e nella pratica il potere dell’invocazione. La sua energia è la presenza divina delle forze della Natura nell’uomo che si manifesta attraverso i colori del bianco del nero e del rosso che rispettivamente stanno a simboleggiare l’origine della materia, della terra e dell’essenza divina. L’essenza del Condomblè è l’Exu, che rappresenta la fecondità, e la sua pratica permette di mettersi direttamente in contatto con gli Orixas, ovvero le Divinità individuali, nel senso che ognuno ne ha una sua di riferimento con la quale instaura un proprio rapporto. L’Exu è l’intermediario degli Orixas tra gli uomini ed esso racchiude una dualità derivata dai rapporti tra il Cristianesimo con il Candomblè. Ogni Orixas rappresenta una forza differente della Natura:
- Oxum, divinità dell’acqua dolce
- Oxalà, divinità dell’aria
- Yansa, divinità del vento
- Yemanjà, divinità delle acque salate
- Oxossi, divinità della caccia
- Ossaim, divinità delle foglie
- Ognun, divinità del ferro
- Xango, divinità dei fulmini
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