martedì 1 novembre 2011
LA CASTA MINERBIESE
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E’ di questi giorni la notizia, riportata anche
da alcuni media, che i Consiglieri comunali minerbiesi appartenenti al gruppo di
maggioranza (PD) abbiano finora goduto di un privilegio
esclusivo, tipico della CASTA cui
appartengono.
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Si
tratta dei previsti permessi giornalieri retribuiti, elargiti dai rispettivi
datori di lavoro a chi, ricoprendo un incarico istituzionale, debba partecipare
a Consigli Comunali.
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Il datore di lavoro otterrà
successivamente il rimborso dall’Amministrazione Pubblica, che pagherà quindi
con i soldi pubblici, dei cittadini.
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L’onere grava quindi esclusivamente sui
cittadini, come tutti gli altri privilegi cui fa ricorso la Casta dei politici
su tutto il territorio nazionale.
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Le cifre percepite sono importanti, anche
se l’informazione al riguardo è parziale, a causa della risposta
dell’Amministrazione minerbiese, che si è tricerata dietro un “non è
dato sapere” !
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Gli unici dati emersi riguardano Libero
Bacilieri, capogruppo PD, e l’Assessore Busato (PD), per
i quali sono stati rimborsati più di 10.000 euro in due anni circa.
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Leggiamo dal blog su cui scrive Lazzari,
che Catia Rambaldi (consigliere PD) “
è stata a casa – solo una volta su due – ma non c’è alcuna riprova scritta
che ci dica come sono andate le cose in modo preciso.”
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Comunque, in questi casi, e cioè quando
il dipendente svolge anche un ruolo politico per la comunità, è previsto che lo
stesso non debba “rimetterci” quella giornata lavorativa che ha
impegnato, invece, per assolvere l’impegno pubblico.
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Tutto ciò rientra in una normale
considerazione di carattere oggettivamente perequativa, per agevolare
un’attività secondaria, a favore della comunità, parallela a quella principale e
lavorativa.
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A Minerbio però, come sottolineato dal
Consigliere dell’opposizione Mirko Lazzari, la
situazione si ingarbuglia, poiché gli aspetti di questa problematica hanno
caratteristiche particolari.
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Il fatto è che i Consigli Comunali
avvengono sempre (tranne qualche sporadico caso) di sera, dopo le 20 o
le 20,30 !
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L’orario in cui i Consiglieri sono
impegnati è quindi ben oltre l’orario della giornata di lavoro per la quale
hanno ricevuto il rimborso.
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Il che significa che costoro hanno avuto
tutta la giornata libera, pagati dalla ditta per cui lavorano, e hanno svolto
l’impegno politico la sera, in occasione appunto del Consiglio
Comunale.
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La risposta degli interessati, alla
domanda del perchè abbiano approfittato di questo privilegio di casta, è stata
serafica quanto ipocrita.
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I Consiglieri, eredi di un comunismo di
Togliattiana memoria, affermano che la giornata pagata sarebbe servita per
esaminare gli atti relativi alla serata stessa e agli argomenti da discutere in
Consiglio.
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Quello che però i Consiglieri si sono ben
guardati dal dire, è che gli atti relativi al Consiglio, vengono loro consegnati
una settimana prima del Consiglio stesso, e che quindi hanno tutto il tempo che
vogliono per esaminarli.
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La
solerzia con cui hanno preteso il pagamento della giornata lavorativa, è
paragonabile solamente alla indifferenza con cui si sono posti di fronte a gravi
problemi del Paese, e per i quali hanno espresso comportamenti apatici e
irresponsabili.
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Così è stato per l’amianto, oppure per le
barriere architettoniche.
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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto impegnarsi per adempiere alle promesse fatte in
passato, secondo cui avrebbero dovuto togliere le coperture di eternit almeno
dalle strutture comunali in cui persiste da anni.
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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto almeno tentare di risolvere l’annosa questione
delle barriere architettoniche, di cui il Sindaco nega l’esistenza.
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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto meditare sui tentativi attuati dal Sindaco di
imbavagliare le opposizioni, tramite le ripetute querele, anche a chi scrive,
per cercare di tacitare il crescente dissenso.
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Il Primo
Cittadino, addirittura, ha ideato un machiavellico percorso
“obbligatorio” (e unico) che i disabili dovrebbero seguire,
probabilmente noto solo a lui stesso, e che li canalizzerebbe in direzioni
decise a tavolino.
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L’assurdità delle politiche di questa
amministrazione si sposa benissimo con l’ultimo “scandalo” dei privilegi di
casta, in una corsa al mantenimento di un potere politico che poco ha a che
spartire con gli interessi della comunità minerbiese.
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Eravamo un Comune virtuoso, e ora con
l’Amministrazione Minganti, non lo siamo più.
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Siamo fanalino di coda nella classifica
dei Comuni che fanno raccolta differenziata.
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A Granarolo ed Altedo hanno piscine e
palazzetti sportivi per il basket, mentre a Minerbio no.
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Dovunque si
piantano alberi mentre a Minerbio vengono tagliati.
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Le pensiline degli autobus, promesse più
volte dall’Amministrazione Pdessina, sono una lontana chimera, un miraggio
irraggiungibile.
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Edifici storici, patrimonio della
collettività, appartenenti ad un retaggio culturale minerbiese, sono stati
abbandonati e lasciati cadere in rovina, fino a ridursi in macerie, come la ex
Scuola di San Martino di Soverzano.
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Le speculazioni del Sindaco-imprenditore,
relative alla Slim, assumono sempre di più caratteristiche fallimentari e di
oneri per la collettività, ponendo le basi per un tracollo le cui responsabilità
sono facilmente ascrivibili.
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La sicurezza stradale è inesistente, la
segnaletica insufficiente, e l’illuminazione pubblica immerge Minerbio in un
cono d’ombra pericoloso e inquietante per auto e pedoni.
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Il ricorso a tecnologie rinnovabili per
l’illuminazione pubblica e degli edifici comunali è inesistente, e non si
pubblicizzano politiche sociali per favorirne l’espansione.
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In parole povere … il nulla… tranne che
per i privilegi di casta…
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Quelli sì, sono sacri e
inviolabili, e per usufruirne i politici non si imbarazzano minimamente, neanche
quando viene sollevato lo scandalo dall’oppositore
Lazzari.
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Piuttosto, lo si apostrofa o lo si
circonda all’uscita del Consiglio, e lo si redarguisce, come se li avesse
scoperti con le mani dentro il vasetto della marmellata.
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Ma si sa, la marmellata è
dolcissima…
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Dissenso