Ha suscitato molto scalpore il caso dell’atleta olimpionica che, per rendere il suo fisico atletico più femminile, è ricorsa ad un intervento di mastoplastica additiva; poi per un rendimento migliore sulle piste d’atletica ha fatto dietro-front e si è fatta “espiantare” le protesi.
Questo è un caso tipico, che molto ben insegna come la psiche sia il primo degli elementi da valutare prima di procedere con un intervento di chirurgia plastica estetica, mastoplastica o rinoplastica o blefaroplastica che siano…
Infatti non è l’aspetto fisico post-intervento quello su cui bisogna principalmente concentrarsi, o la riuscita tecnica dell’intervento o sulla convalescenza, ma appunto l’aspetto “interiore”.
Infatti i chirurghi migliori, sono quelli che sanno anche dire di no, proprio perché hanno valutato anche l’aspetto psicologico del soggetto; non a caso si stanno studiando disegni di legge che impongano minimi d’età per certi interventi proprio per dare maggior peso alla maturità del soggetto che intende sottoporsi a chirurgia estetica, slegando la decisione da mode o stereotipi, spesso passeggeri…
Quindi “Mens sana in corpore sano” è valido anche e soprattutto in questo campo, dove spesso non è consentito il ripensamento: rinoplastica, blefaroplastica, o interventi alla bocca…
Gabriele Goldoni
Uff. Relazioni col Pubblico
DermoMedical
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