La concessione di prestiti a pensionati è un rischio non trascurabile per qualsiasi istituto, creditizio, finanziario o bancario che sia: si tratta, infatti, di concedere una somma di denaro in prestito ad un individuo che non essendo più nel fiore degli anni non garantisce con certezza l’estinzione del debito, a causa del possibile – e, nel caso dei pensionati rispetto ai comuni richiedenti – più probabile rischio di morte con la conseguente impossibilità di risarcire economicamente l’istituto che aveva concesso il prestito.
I prestiti per pensionati, dunque, non sono facili da ottenere, e per trovare una offerta che non speculi eccessivamente sui tassi d’interesse il più delle volte è necessario dedicarsi ad una analisi approfondita di ciò che il mercato offre.
Ovviamente, data la natura del richiedente, i prestiti pensionati richiedono garanzie più severe per essere concessi: un pensionato non è evidentemente in grado di fornire una busta paga come garanzia del pagamento del prestito, e pertanto una garanzia alternativa viene trovata proprio nella pensione.
Essa è, a tutti gli effetti, una forma di entrata economica o redditizia fissa, che non muta nel corso del tempo e non viene percepita saltuariamente bensì con regolarità.
A volte, alcuni istituti, utilizzando direttamente la pensione stessa per il rimborso del prestito, prelevando ad ogni rata del pagamento il denaro direttamente dalla pensione del richiedente.
I prestiti a pensionati sono poi sottoposti a condizioni più severe anche per quanto riguarda il denaro richiedibile e l’estinzione del pagamento: per quanto riguarda la quota massimale richiedibile, solitamente essa si aggira su quote molto basse, assicurando così un perdita non tragica all’istituto concedente il prestito in caso di insolvenza; per quanto invece concerne i tempi del pagamento del debito accumulato, solitamente essi sono più ristretti rispettto alla norma, proprio per esigenze di rapidità nell’estizione del debito stesso.
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