L’alto livello di disoccupazione presente in Italia è una realtà drammatica percepita con chiarezza e vissuta da gran parte degli italiani. La difficoltà nel trovare lavoro è problematica diffusa con cui ci si trova a fare i conti quotidianamente. Alcuni studi contribuiscono comunque a comprendere l’intensità generale del problema e permettono di conoscere le cifre della disoccupazione più nel dettaglio.
Secondo le rilevazioni Eurostat relative al terzo trimestre 2013, l’Italia ha, tra i paesi europei, il più alto tasso di persone disponibili a lavorare ma che non cercano lavoro. Si parla del 13,1% della forza lavoro, circa 3,3 milioni di persone. Si tratta di quelle persone che con gergo giornalistico vengono spesso definiti “scoraggiati” o “sfiduciati”. L’Italia ha una percentuale di “sfiduciati superiore ad ogni altro paese europeo, Spagna inclusa (in cui i disoccupati complessivi sono il 26% della popolazione). Tasso molto più basso, come prevedibile, in Germania (1,3%) e nel Regno Unito (2,5%). Ma anche in Francia e in Croazia (10,1%).
Tale percentuale non è omogenea nelle varie zone d’Italia. Al Sud in particolare, è sensibilmente più elevata.
Altri dati interessanti, seppur anch’essi drammatici, sono stati diffusi dall’Ilo in un documento noto come Global Employment Trends 2014. Infatti l’International Labour Organizatiom (l’Ilo, appunto) ha di recente reso noti i risultati di una indagine a livello mondiale sul lavoro e sulla disoccupazione.
Al mondo, nel 2013, i disoccupati erano 203 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente (cinque milioni di persone in più). La stima per il 2018 è ancora più preoccupante: altri 13 milioni di disoccupati in più.
Secondo la stima dell’Ilo anche in Italia la disoccupazione continuerà a crescere, fino al 2015. E’ all’interno di questo difficile contesto internazionale che si sta parlando di una possibile ripresa senza occupazione. Tale particolare tipo di ripresa penalizza soprattutto i più giovani che faticano ad entrare nel mercato del lavoro.
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