In uno dei suoi editoriali sul quotidiano “La Discussione”, Giampiero Catone affronta il tema del fisco proponendo di fare pulizia nel magazzino fiscale in modo da poter poi ripartire con norme più semplici e sanzioni chiare.
Giampiero Catone contro la riscossione di crediti inesigibili
“Milioni di cartelle sono di nuovo in viaggio o pronte ad essere spedite, ma per ottenere cosa?”, si domanda Giampiero Catone. Circa 153 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti, 118,9 miliardi dovrebbero provenire da persone decedute o imprese cessate e altri 109,5 miliardi dovrebbero giungere da nullatenenti. Per il giornalista e politico non ci sono dubbi sul fatto che “sparare ancora nel mucchio non servirà a nulla” e a dimostrarlo ci sono i numeri e l’esperienza di un sistema che da 20 anni non fa altro che stratificare debiti. “Milioni di cittadini e imprese non pagano o non riescono a pagare perché non hanno soldi”; inutile quindi continuare a sperare di riscuotere crediti che non è possibile recuperare. Sono state vane le tante iniziative volte a riottenere gli 800 miliardi di crediti a cui ammonta il Magazzino Fiscale. Anche la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5mila euro risalenti al periodo tra il 2000 e il 2015, prevista dal decreto Sostegni, è servita a ben poco dato che si trattava per la maggior parte di soldi inesigibili. Il rischio è quello di “graziare gli evasori seriali mentre chi non riesce a pagare si ritrova impigliato per decenni nelle spire del cattivo pagatore”.
Giampiero Catone: bisogna avere il coraggio per un condono tombale
Secondo Giampiero Catone, una valida alternativa consisterebbe nel “chiudere con il passato, ripulire il Magazzino fiscale e ripartire”. Insomma, per il giornalista “sarebbe più logico fare un condono tombale verso quella gran parte di soggetti che non sono in grado di pagare”, chiarendo però che “non parliamo di grandi imprese o grandi evasori fiscali”. In altre parole, bisognerebbe “avere il coraggio di azzerare tutto, per ripartire con regole chiare e stringenti”. Considerata la forte cultura anti-tasse che vi è nel nostro Paese, estirpare una simile avversione non è di certo cosa semplice e per farlo servirebbero “norme meno vessatorie verso famiglie e piccole imprese in modo che pagare il dovuto sia normale”. In conclusione, dopo essersi liberati dei crediti inesigibili, il Parlamento dovrebbe semplificare il fisco e renderlo “a misura dei cittadini e delle imprese”.
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