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La storia dello spumante e il metodo Champenoise

C’è chi stostiene che la storia dello spumante o vino spumantizzato che dir si voglia, non parta da Dom Perignon e dalla Francia, ma da Londra. Questo perché gli inglesi pare che furono i primi nel 1650 circa ad usare dei tappi di sughero per l’imbottigliamento del vino di importazione. Invece i francesi usavano ancora gli stracci permeabili ed imbevuti di olio. Così per puro caso si notò che, l’anidride carbonica prodotta dalla rifermentazione che rimaneva nella bottiglia grazie ai tappi di sughero, si scioglieva nel vino e al momento dell’apertura si formava la caratteristica schiuma o spuma. Quindi Dom Perignon nell’abazia di Hautvillers in Francia ebbe solo l’intuizione di capirne l’importanza del fenomeno spontaneo che si andava a creare nei prodotti imbottigliati in Inghilterrra. El 1770 nella Campagne iniziarono i primi tentativi di fermentazione guidata, ma le bottiglie scoppiavano. Il problema perdurò finchè gli inglesi produssero bottiglie più resistenti. Anche se gli spumante partono dallo stesso vino di base, la rifermentazione può avvenire con die metodi: Champenoise o Charmat. Nel primo caso al vino base viene aggiunto una miscela di lieviti, zucchero e vino che fa partire la rifermentazione nella bottiglia la quale poi riposa in cantina per due o tre anni inclinata col tappo in basso. Le bottiglie vengono periodicamente agitate e ruotate. I lieviti sono la sostanza che da al vino il classico aroma di crosta di pane.

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