Le caramelle, considerate ormai come delle ghiottonerie riservate soprattutto ai bambini, hanno una lunga ed interessante storia.
Quando si parla di caramelle alla liquirizia, alla frutta e così via si pensa a qualcosa di riservato quasi esclusivamente ai bambini, ma in verità in origine le caramelle erano dei dolcetti che potremmo definire preziosi, appannaggio principalmente delle classe agiate. Le caramelle, infatti, essendo fatte in gran parte di zucchero, prodotto che un tempo si potevano permettere solo le famiglie più ricche, non erano certamente qualcosa che si donava con leggerezza a qualsiasi bambino.
Volendo tracciare una breve storia delle caramelle, bisogna tornare indietro nel tempo, in particolare fino all’XI secolo, quando i Crociati provenienti dal Vicino Oriente riportarono in patria delle barrette di zucchero di canna che possiamo considerare come le antenate e i primi esemplari dei tanti tipi di caramelle che conosciamo oggi. Il nome caramella deriverebbe dal latino “canna mella”, letteralmente “tubo di miele”, espressione con cui si identificava appunto la canna da zucchero.
Un’altra fase importante nella storia dello zucchero, e quindi delle caramelle, si registra tra il XVII e il XVIII secolo, quando grazie al perfezionamento delle tecniche di estrazione dello zucchero dalla barbabietola si riuscì ad ottenere un prodotto bianco, facilmente solubile e quindi più adatto ad essere impiegato per la produzione di caramelle.
Anche se gli zuccherini importati dalla Terra Santa vengono considerati come i primissimi esempi dei prodotti che adesso si trovano in quantità in ogni negozio caramelle, fu solo dopo la scoperta dell’America e il conseguente sviluppo della coltivazione della canna che lo zucchero cominciò a diffondersi maggiormente, e di conseguenza anche le caramelle. Ad una maggiore diffusione delle piantagioni di canna da zucchero non corrispose però un immediato ed esponenziale aumento dell’uso dello zucchero, che per molto tempo ancora rimase un bene prezioso e costoso, ad uso praticamente esclusivo delle famiglie più agiate. Anche l’aspetto dello zucchero, così com’era venduto, era diverso rispetto a come lo conosciamo noi: questo prodotto veniva infatti venduto non in polvere, ma sotto forma di panetti più o meno conici, dai quali veniva grattata la quantità di zucchero necessaria.
Siamo ancora lontani dalla nascita di un’industria delle caramelle vera e propria, ma certamente i primi germi sono stati ormai seminati. L’evoluzione del settore andò poi di pari passo con la diffusione del cacao, che trovò in alcune città più che in altre un terreno particolarmente fertile. Torino, per esempio, ancora oggi conosciuta per la sua tradizione nel settore del cioccolato (chi non conosce il gianduia?), già nel XVIII secolo era uno dei centri vitali del settore, tanto che proprio in questa città venne costituita l’Università dei Confettieri e Acquavitai per concessione di Re Carlo Emanule III.
Nell’Ottocento lo zucchero cominciò a diffondersi in maniera più capillare (anche se fino al secondo dopoguerra rimase un bene se non di lusso, comunque di sicuro non di uso quotidiano), e tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo cominciarono a venire commercializzate delle caramelle non solo buone da mangiare, ma anche belle da vedere: fu in questo periodo, infatti, che si cominciarono ad usare degli involucri particolari costituiti da uno strato di carta stagnola interno e da un altro di carta colorata all’esterno.
Da allora e fino a i giorni nostri le evoluzioni nel settore delle caramelle sono state numerose e molteplici; le caramelle, così come i contenitori caramelle, hanno assunto le forme e i colori più disparati e, cosa più significativa, sono diventate la gioia di tutti i bambini.
Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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