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Le gru perdute di Lampedusa

Nonostante la conoscenza dimostrata sulle abitudini migratorie e alimentari delle gru, tutti questi autori non si trovano concordi sull’identificazione tassonomica degli uccelli. In realtà per Lampedusa esistono segnalazioni storiche sulla presenza, sia accidentale che regolare, per lo meno di due specie diverse di gru (Masseti, in stampa). A tal proposito va sottolineato che la nomenclatura zoologica usata dagli autori ottocenteschi, come ha acutamente osservato Zavattari (i960), in buona parte non corrisponde pili a quella moderna, né la validità delle sue determinazioni. Secondo le descrizioni di Calcara (1846; 1847; 1848), Sanvisente (1849),Avogadro Di Vigliano (1880) e Som-mier (1908), gli uccelli che sostavano sull’isola in primavera e in estate sarebbero stati rappresentati da gru comuni, Grusgrus (L., 1758), mentre per Smyth (1824), Schembri (1843) e Gi-glioli (1886; 1907) si sarebbe trattato di damigelle di Numidia, Anthropoides virgo (L., 1758). Anche la testimonianza fornita da alcuni documenti d’archivio, risalenti al XVIII secolo, sembrerebbe a favore della presenza di quest’ultima specie. In una lettera di fra Luca Tommasi al principe (Palermo, 22 giugno 1764) si legge: «Luca Tommasi informa il principe, fra le altre cose, che il Des Pennes gli ha consegnato “due damigelle” per il principe che gli tributa la piccola colonia della Lampedusa». In seguito, Smyth (1824) sarà ancora pili esplicito al riguardo, riferendo che la «Gru della Numidia» è anche «chiamata la Donzella per la sua aggraziata andatura: questi uccelli arrivano numerosi in maggio e si divertano a banchettare tra i legumi, tenendo sempre una sentinella di guardia durante le loro razzie». Fino alla prima metà del secolo scorso, sia la gru comune che la damigella di Numidia venivano regolarmente segnalate fra gli uccelli nidificanti nelle aree continentali della vicina Tunisia. Ambedue le specie trovavano un habitat consono alla loro riproduzione negli isolotti affioranti dalle depressioni salmastre della Sebkha di Sidi el Hani e di Kelbia, nella regione compresa fra Kairouan, Sousse ed El Djem (Lavauden, 1924; Schembri, I943a; Blanchet, 1955; Etchécopar & Hiie, 1964). E molto verosimile quindi che finché Lampedusa non venne colonizzata stabilmente, gli uccelli vi trovassero un ambiente favorevole alla sosta stagionale, specialmente nel settore occidentale dove pare potessero nidificare relativamente indisturbati. Per le altre isole del Canale di Sicilia, esistono testimonianze sulla sosta pregressa delle gru solo nelle Kuriate, mentre l’avifauna dell’Arcipelago Maltese le annoverava fra le specie migratorie di passo occasionale (Schembri, i843b; Wright, 1869; Sal-vadori, 1872; Despott, 1932-1934). Sultana & Gauci (1982) riportano che lagru comune è attualmente un raro visitatore autunnale di Malta, dove viene osservata fra l’inizio di settembre e novembre, venendo segnalata solo accidentalmente verso la fine di agosto: durante l’inverno e la primavera la sua comparsa è generalmente molto scarsa e irregolare. Anche su Zembra il passaggio della specie è segnalato sporadi-‘ camente in periodo autunnale (Pierre Fiquet, in litteris). Nella Sicilia orientale sono stati documentati i primi ca-: si di svernamento di G. grus durante l’inverno 1992-1993 nel lago di Lenti-ni, Catania (Ciaccio, 1993; Ciaccio & Priolo, 1997; cfr. Iapichino & Massa, 1989; Iapichino, 1993), e solo molto re-: centemente (1999-2000) è stata registrata la presenza costante di un individuo adulto nelle saline di Trapani, nella Sicilia occidentale (Masseti, in stampa). Pochissime sono invece le segnalazioni di damigella di Nu-midia in Sicilia, sporadicamente confermate fino agli anni Sessanta da alcune catture occasionali (Doderlein, 1869-1874; Giglioli, 1886; 1907; 1912; Salvadori, 1872; Arrigoni Degli Oddi, 1929; Sorci et alii, 1973; Massa, 1976; Salvo, 1998). Fra i pili recenti abbattimenti di cui sia pervenuta notizia, figura, ad esempio, quello di un esemplare ucciso nel settembre del 1964, nei pressi di Birgi (Trapani) (Cernigliaro, 1965). Anche a Malta, la presenza della specie veniva considerata occasionale (Schembri, 18433).

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