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Le invasioni barbariche in Veneto

Molti centri veneti subirono distruzioni e saccheggi a causa delle invasini barbariche di goti, visigoti e unni. nel 568 iniziò l’invasione longobarda. Orientata verso la pianura padana, solo decenni dopo arrivò a conquistare Padova e altre città rimaste ai bizantini, ma non la fascia costiera difesa dalla flotta. Aumentò ancora lo spostamento verso gli insediamenti lagunari, come Torcello, Malamocco e Cittanova. La domnazione longobarda nei secoli VI e VII portò una pesante regressione in agricoltura, le città persero popolazione e spazio urbano, le strade romane diventarono impraticabili, vaste aree diventarono paludi.

La situazione non cambiò con i franchi di Carlo Magno vincitori nel 774 di Adelchi, ultimo re lomgobardo, ma sempre respinti dai bizantini dai territori costieri. Il sistema feudale aumentò il frazionamento regionale, solo le città guidate dai vescovi mantennero il controllo del territorio. Le ripetute invasioni degli ungari nel X secolo peggiroarono le condizioni generali. Sorsero nuovi centri religiosi impegnati nel recupero delle aree agricole o militari, con castelli e città fortificate e che nei secoli dell’impero germanico acquisirono autonomia e diventarono basi per stati feudali, come quello di Este. Solo Venezia prosperò avvalendosi della posizione di intermediario con l?oriente e crebbe economicamente e demograficamente.

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