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Le opere contemporanee di Andrea Zampollo in esposizione a “Spoleto incontra Venezia”

Dal 28 Settembre fino al 24 Ottobre, Venezia farà da incantevole cornice alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che sarà allestita nell’illustre Palazzo Falier, edificio nobiliare del XV secolo affacciato sul Canal Grande, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Sono già menzionati nomi di forte rilievo tra gli artisti, come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Nel prestigioso parterre di partecipanti è inserito Andrea Zampollo pittore figurativo moderno.

 

Spinto dalla voglia costante di ricerca e sperimentazione, Zampollo si cimenta nell’uso di materiali e tecniche d’installazione sulle tele, in accostamento con l’impronta figurativa che lo guida, per individuare una realtà, che rappresenta l’essenza e sappia cogliere nella frenesia del mondo circostante, i necessari momenti di contemplazione meditativa. Nelle opere affiorano il senso del pensiero intimista sulla vita e la sensibilità di saper trasformare gli aspetti in opportunità di stimolante e costruttiva riflessione positiva. I colori e le strutture in dialogo di connessione con la dimensione spaziale evocano il valore quasi ascetico della pittura come simbolica pausa evolutiva nel frastuono.

 

Dimostra solida abilità nel disegno e nelle varie componenti strumentali di acquisizione accademica. Scava nel vissuto quotidiano per fermare la vita sulla tela. È attento ritrattista dal tratto segnico pulito, preciso, incisivo, armonico, ordinato, condensato nel colore, talvolta steso omogeneo talvolta con stesura breve e rapida, valorizzando le diverse raffigurazioni in un insieme, che risalta appieno il dettaglio del particolare. Esprime il suo personale stato d’animo, che rievoca la quotidianità, compiendo una ricerca che recupera una comunicazione diretta con la sfera interiore, nell’intento di trovare una rilettura dei meccanismi legati alla costante concitazione esistenziale, in una riscoperta del rapporto con il proprio ego.

 

Il linguaggio artistico ne rispecchia l’approfondita formazione culturale e la spiccata sensibilità d’indole. Il suo fare arte è mosso dal desiderio di generare verità e bellezza, partendo dall’anima, considerata specchio e bellezza della reale. Si protende verso un mondo di sensi incantati, incontaminato, distante da tutte le imperfezioni umane, dove le miserie e l’egoismo non arrivano, per entrare nella magia e nella purezza del pensiero ideale. Per lui l’arte è vivere, vivere e riscoprire l’arcadia, primitiva e primordiale nella sua spiritualità originaria e poter assaporare la gioia e la tranquillità dei ritmi vitali cadenzati dalla serenità e dalla quiete.

 

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