La situazione economica nel Bel Paese e le misure intraprese dall’attuale governo Monti, come la nota spending review sta mettendo in seria difficoltà non solo le persone comuni, ma anche l’industria farmaceutica in Italia. La manovra economica in atto nel paese, attira verso di sé moltissime proteste che hanno origine da ogni regione e da più categorie lavorative e fra queste ci sono anche i ricercatori di farmaceutica. La situazione che si teme è che la manovra renda meno attraente l’Italia agli occhi di investitori e società farmaceutiche. In particolare non si vuole rischiare che le industrie farmaceutiche presenti in Italia, prendano la decisione di delocalizzare la produzione altrove, vista la non rosea situazione che si sta presentando. La manovra potrebbe rallentare la ricerca farmaceutica , renderla obsoleta e ostacolare la diffusione di farmaci innovativi in Italia.
Negli ultimi anni hanno dovuto chiudere già alcuni centri di ricerca di importanti aziende farmaceutiche, si prevede che a causa della manovra, a queste se ne aggiungeranno altre.
Già diverse case farmaceutiche si stanno mettendo in contatto con gli organi del governo, ma anche direttamente con il presidente del consiglio, per chiedere una modifica che rende più equa la manovra nei confronti della categoria farmaceutica italiana.
Ma non sono solo le aziende farmaceutiche, e le farmacie italiane ad essere preoccupate per la situazione che la spending review sembra prospettare, ma anche le multinazionali americane danno segni di sfiducia e timore nei confronti di una manovra che non incentiva ne la ricerca, ne l’immissione di nuovi farmaci nel mercato ne la loro distribuzione e tutto questo di certo scoraggia qualunque azienda ad investire in Italia i loro capitali.
Quello che si teme è che nell’industria farmaceutica in Italia, si ripeta quello che accadde nell’industria chimica che non riuscì più a recuperare terreno, dopo la riduzione della produzione.
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