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L’Inquilino dentro sbarca al rotary

Il Rotary club di Ladispoli e Cerveteri ha sposato la causa dell’Inquilino dentro, il libro scritto a quattro mani da Francesco D’Antuono e Giovanni Piazza, che racconta il rapporto con la malattia di Parkinson. L’interesse che è nato nei confronti del volume si inquadra nella natura stessa del Rotary, un’organizzazione molto sensibile alle problematiche sociali: i suoi associati, uomini e donne provenienti dal mondo degli affari e delle professioni, lavorano fianco a fianco per realizzare progetti umanitari e di assistenza alle comunità, incoraggiare il rispetto di rigorosi principi etici in tutti i campi, soprattutto in ambito professionale, e diffondere la pace e la buona volontà tra i popoli della Terra. Premesse che spiegano come mai un volume che si occupa di una problematica complessa come il Parkinson, abbia conquistato il Rotary. I due autori sono stati invitati a una conviviale del Club di Ladispoli, durante la quale il presidente in carica, Massimiliano Marino, ha presentato il libro. “Ho letto L’inquilino dentro velocemente”, ha affermato Marino. “L’ho trovato utile – ha aggiunto – in quanto affronta la malattia da un punto di vista originale e inconsueto. Lo ritengo un libro utile ed è per questo che ho deciso di farne dono a tutti i soci del Club Rotary per le festa di Natale”. L’Inquilino dentro non è un’autobiografia, ma un’indagine che esplora dal punto di vista sociale il rapporto con il Parkinson. Nel volume si cerca di capire se la malattia può servire a qualcosa, magari rendendola funzionale alla stessa esistenza, come se fosse uno strumento attraverso cui guardare e conoscere se stessi e gli altri. La malattia prende le sembianze del signor P., un personaggio reale, alla moda, impeccabilmente abbronzato e rampante al punto giusto. L’io narrante, Francesco, non può certamente competere con lui, e allora ricorre alle sue due armi: il dubbio e l’ironia. Dubita che il mondo del signor P. sia realmente incrollabile e comincia a scuoterlo ridendo di lui. Si fa strada così un approccio inconsueto per un libro che prende le mosse da una malattia: quello dell’ironia capace di ridimensionare la paura che getta addosso un malanno maledetto come il Parkinson. Si scopre inoltre che la sofferenza peggiore non è quella imposta dal morbo, ma quella che deriva dal pensiero assillante che dà la malattia. E si scopre che un pensiero ricorrente ce lo portiamo tutti dietro: si impadronisce di noi e ci impedisce di fare altro. Può essere sempre lo stesso da anni, come l’ambiente di lavoro malsano e una storia d’amore tormentata, o può andare a periodi, seguendo i vari accidenti della vita. Per liberarsi di questo signor P. che ci tiene sotto scacco, secondo D’Antuono e Piazza la soluzione migliore è ridere e raccontare. La prefazione è dell’umorista Marco Presta, che insieme ad Antonello Dose è autore e conduttore del Ruggito del coniglio, in onda su Radiorai. Un programma in cui, appunto, si ride e si racconta.

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