Molti lavoratori si dicono disposti a trasferirsi in un altro paese, anche perche’ hanno difficoltà a trovare un posto di lavoro e molte volte sono costretti ad accettare posti inferiori al loro grado d’istruzione. Le aziende di lavoro interinale , percio’, hanno un ruolo molto importante come interfaccia tra domanda e offerta. Più di un lavoratore su due userebbe tale servizio se fosse disoccupato e sei lavoratori su dieci dicono che questo possa essere un buon viatico per trovare lavoro a tempo indeterminato.
E’ quanto emerge dal Randstad Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata da Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane e nella formazione lavoro, nel secondo trimestre 2013. Lo studio e’ stato dedicato in particolare alla partecipazione al mercato del lavoro, attraverso un sondaggio sottoposto a lavoratori dipendenti di 32 Paesi nel mondo. “Il Randstad Workmonitor delinea la fotografia di un mercato del lavoro segnato da una profonda incertezza – afferma Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia – in cui emergono in particolare le difficolta’ dei giovani, che faticano a trovare un posto di lavoro adeguato al titolo di studio in tasca, mentre le prospettive della ripresa economica non sembrano indicare un miglioramento a breve. Il senso di frustrazione che genera questa situazione e’ alla radice del dato sorprendente del 65% di italiani pronto a cercare fortuna all’estero”.
Secondo l’indagine del Randstad Workmonitor, 8 lavoratori su 10 in Italia credono che l’esperienza conti piu’ dell’istruzione per trovare un lavoro appropriato. Un’idea condivisa da tutte le fasce di età, anche se in minor misura dai giovani (con età fino a 25 anni), che si dicono d’accordo solo nel 56% dei casi. Nel confronto internazionale, si scopre pero’ che Paesi come Danimarca e Norvegia danno piu’ o meno lo stesso peso all’esperienza e all’istruzione, mentre questa convinzione e’ particolarmente diffusa in Cina (90%), Turchia (85%) e Regno Unito (82%). L’89% dei lavoratori italiani ritiene che oggi per i giovani (fino a 25 anni) sia difficile, per chi cerca lavoro, trovarlo adeguato alle loro capacita’ e competenze. Una percentuale molto alta, che appare la seconda al mondo, allo stesso livello della Spagna ed inferiore solo alla Grecia (91%), trovando pero’ conferma negli alti livelli di disoccupazione giovanile di questi Paesi. Anche se in realta’, la difficolta’ a trovare lavoro in Italia appare trasversale alle generazioni. L’86% degli italiani pensa che trovare la giusta occupazione sia difficile anche per i lavoratori anziani (dai 55 anni in su). Ma questa percentuale, seppure alta, e’ inferiore a quella dei giovani, mentre in Europa si evidenziano maggiori difficolta’ per le fasce di eta’ piu’ avanzata.
Luther Blissett