Ludovica Casellati ha dato vita al libro “La Bici della Felicità” mossa dalla sua grande passione per il turismo e per la bicicletta. Un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti della bici, ma non solo: è un’opera ricca di consigli per i neofiti che desiderano mettersi in sella e cercano una guida per iniziare.
“La Bici della Felicità”: un libro di Ludovica Casellati
Ludovica Casellati è un punto di riferimento sul web per quanto riguarda il cicloturismo. Conosciuta come Ladybici, deve tale soprannome alla sua passione per la bicicletta. Alle spalle ha una lunga esperienza da dirigente, che ha messo da parte per dedicarsi a ciò che più ama: la scrittura, il turismo e la bicicletta. Ha scritto “La Bici della Felicità”, un libro sulla bellezza e gli infiniti benefici di questo mezzo così versatile: ottimo per spostamenti in città, ma anche per le vacanze, fino a diventare parte integrante della vita di tutti i giorni. Andare in bicicletta è sinonimo di potenza, equilibrio, salute, è uno stile di vita. Si tratta di una lettura adatta a tutti: dedicata ai neofiti che desiderano mettersi in sella, a chi desidera rispolverare la propria bici chiusa in garage, a chi la sottovaluta, ma anche agli amanti ed esperti del settore che desiderano approfondire la loro cultura e ai ciclisti in cerca di consigli. Un’opera tutta da scoprire: Ludovica Casellati fornisce un vero e proprio ABC e svela i segreti di quella che chiama ciclosofia.
Ludovica Casellati: il decalogo della bici
Tutto è nato da una vacanza tra i castelli della Loira con il marito e il bimbo piccolo: qui, durante una passeggiata, Ludovica Casellati ha scoperto la passione per la bicicletta. Uno strumento democratico, accessibile a tutti e soprattutto economico. Sono i tanti i vantaggi e i benefici di questo mezzo, che fa tanto bene al corpo e all’anima: “Quando si sale in bici viene da sorridere e si scaricano le tensioni”. Il libro “La Bici della Felicità” contiene un decalogo attraverso il quale Ludovica Casellati spiega il valore che attribuisce alla biciletta, utilizzando pillole di filosofia. Da qui il termine “ciclosofia”, mutuando il nome da Didier Tronchet. Nello specifico, emerge la libertà di partire, fermarsi o di gironzolare senza meta; la sostenibilità di un mezzo pratico ed ecologico; l’economia negli spostamenti, ma anche la socialità: la bici mette in contatto persone tra loro diverse e suscita empatia. Un libro che porta con sé una morale: il ciclismo è una metafora della vita, è questione di equilibrio, bisogna pedalare, sorridere e rimanere in sella.