Condannato in primo grado Luigi Crespi afferma che in appello ribalterà il risultato: “La mia battaglia non è finita, anzi inizia oggi”
Luigi Crespi ha risposto dal suo blog alla sentenza HDC emessa ieri, affermando con fermezza di non aver rubato e ribadendo che non si tratta di una sentenza definitiva”.
“Questa vicenda nasce con la decisione della Banca azionista di Hdc di accompagnarla al fallimento – afferma Crespi – dopo averne preteso la totale gestione concretizzatasi nell’estromissione mia e della mia famiglia dai Consigli d’amministrazione. Dopo una strumentale fase di liquidazione che ha distrutto gli asset la vicenda è approdata alla Procura di Milano e si è trasformata in fallimento. Dopo approfondite indagini la procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio tra gli altri della Banca e il mio”.
“Ieri – prosegue l’intervento di Luigi Crespi – mi hanno appioppato 7 anni in primo grado e hanno assolto ‘la Banca’. Si tratta di un segnale molto emblematico perchè, aldilà delle responsabilità delle singole persone, il sistema giudiziario inadeguato offre a chi giudica una discrezionalità politica che, in questa particolare fase, salva sempre il più forte. Da qui la condanna all’imprenditore e l’assoluzione della Banca. Siete tutti avvisati!”
“Non posso dire di essere contento ma da questa sentenza, a cui mi appellerò senza indugio, emerge il fatto che io non abbia rubato soldi e mi sia arricchito come spesso capita in queste situazioni. Questo per me è molto importante. Eviterei toni definitivi – conclude Luigi Crespi – si tratta di una sentenza di primo grado e la mia battaglia e quella della mia famiglia non è affatto finita, anzi, per certi versi inizia proprio oggi. E resto convinto di poter ribaltare e riqualificare il giudizio del primo grado. Nel frattempo continuo la mia vita e il mio lavoro che certamente neanche il tribunale di Milano potrà mettere in discussione!”
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