Cure palliative, estrema variabilità caratterizza le Ucp individuate dal rapporto Age.na.s del Marzo 2013.
Il 51% delle Unità di Cura Palliative (UCP) non garantisce l’assistenza medica di notte e il sostegno infermieristico non viene assicurato dalle 20 in poi nel 73% dei casi.
Circa la metà delle Ucp il sabato mattina e pomeriggio garantisce la continuità assistenziale infermieristica attraverso pronta disponibilità e attività programmata.
Una estrema variabilità caratterizza le Ucp individuate dal rapporto. Basta guardare i dati sull’assistenza infermieristica di sabato mattina: se nelle Ucp che soddisfano tutti i criteri il dato sfiora l’80%, in quelle che non centrano i requisiti fissati dal board scientifico sulla base della normativa la percentuale supera di poco il 40 per cento.
Analoga considerazione vale per la presenza del medico: di sabato pomeriggio è garantita dal 60% delle Ucp “migliori” mentre nelle altre arriva appena al 20 per cento.
L’80% delle Ucp dispone di una sola squadra di professionisti, mentre appena il 6% delle Unità può contare su più di 3 équipe. In ciascuna sono presenti 3,6 medici palliativisti e 4,8 infermieri esperti, con impegno orario settimanale inferiore ai valori assimilabili al tempo pieno (rispettivamente 23,5 ore e 26,8 ore settimanali).
La figura professionale più diffusa è il medico di medicina generale (13 ogni 100 assistiti), seguita da infermieri, medici esperti di cure palliative e volontari.
Alta la variabilità regionale: la liaison Uo-rete di cure è molto frequente in Piemonte e Toscana (90% e 80%) e molto più debole in realtà come la Lombardia e la Sardegna (40% e 28%).
Report Agenas Marzo 2013
FONTE: marcofilippini.it
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