Storie di Paura di Masha, da domani su Rai YoYo la versione “da brividi” del celebre cartone. La protagonista del cartone animato si è separata dall’Orso suo compare per dedicarsi, lei sola, ad uno spin-off.
Un insetto, la luce di un lampo e il mistero del rombo sordo che – puntuale – la segue, un germe o l’ancestrale gelosia che porta i piccoli di una famiglia a mal digerire l’avvento di un nuovo nato. Quale che sia il timore, la sensazione sgradevole che spesso si evolve in paura, Masha lo sviscera. Smontando, con le sue mani di bambina e l’ingenuità che ne accompagna l’età, le più comuni fobie dei ragazzini suoi coetanei.
La protagonista del cartone animato, gli occhi blu e la frangetta bionda lasciatele al folklore russo, si è separata dall’Orso suo compare per dedicarsi, lei sola, ad uno spin-off. Le Storie di Paura di Masha, il cui esordio su Rai YoYo (canale 43 del digitale terrestre) è fissato alle 22.10 di domani sera, è il risultato tangibile di un successo senza confini. Il cartone animato, nato in Russia da quel che delle storie tradizionali resta, è il più popolare prodotto che mai abbia valicato i confini del Paese. Più noto della vodka, più venduto del kalashnikov (120 Paesi contro i 90 del fucile), ha creato un giro d’affari milionario. Affrancandosi presto dalla narrazione fine a se stessa per ritrovare l’intento morale delle fiabe di un tempo.
Le Storie di Paura di Masha, pur avendo ben poco a che spartire con i finali orripilanti dei fratelli Grimm e quelle loro parabole punitive, accarezzano l’idea di un insegnamento. La volontà di spiegare agli spettatori-bambini come ogni psicosi possa essere serenamente affrontata e vinta. Il cartone animato in onda su Rai YoYo tutti i giorni, dedica ciascun episodio ad una o più fobie particolari: la paura di levare le rotelle alla bicicletta, di spegnere la luce quando sulla cameretta cala la notte, il terrore della malattia e degli esami, delle zampette pelose e agili di un qualche animaletto. Masha, vagabondando da una casa all’altra, dalla psicosi di un bimbo ipocondriaco al calvario di chi s’è persuaso che la Terra sia regno di mostri e fantasmi, porta su schermo quel che i piccini più temono. E a questi spiega perché non si debba essere dominati da paure e spavento.
Il metodo Masha transita per l’horror, ma, da ultimo, abbraccia il lieto fine. Ché la bimbetta, con la testolina avvolta in un foulard ormai anacronistico, non può dimenticare il pubblico con cui parla: una platea di pargoletti. Eppure, sebbene edulcorata dagli espedienti propri del cartone animato, la paura che Masha instilla nei piccoli spettatori è quanto mai reale, concreta e urgente. Bombardati come sono dalla controcultura moderna, da un progresso tecnologico che ha reso accessibili, e dunque visibili, gli spettacoli più atroci, i bambini di oggi hanno dimenticato la paura. Sono cresciuti con la violenza negli occhi, creature assuefatte a sangue e mattanze. I piccoli timori del quotidiano le hanno ridotte, fino a pretendere di cancellarle. Masha e Orso, unico (o quasi) cartone animato che alle botte ha rinunciato, ha saputo accordare nuova dignità alla dimensione infantile. Riportando i piccini là dove dovrebbero stare, a preoccuparsi unicamente di ragni e lampi.
FONTE: liberoquotidiano.it
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