Siamo a Dicembre, per uscire ci si mette il cappotto, ci avvolgiamo in calde sciarpe con berretti e guanti di lana….magari dello stesso colore.
Ma questo è anche un mese magico, il mese delle feste Natalizie: si pensa agli addobbi per la casa, ai doni da scambiare, alla cena della vigilia, al pranzo del 25.
Ogni anno questi giorni riuniscono le famiglie, fanno trascorrere momenti indimenticabili di felicità.
Ad un dolce che fosse unione e gioia pensava Domenico Melegatti quando – con uova, farina, burro e lievito – creò una prelibatezza ad otto punte che, al primo assaggio, venne definito “il pan de oro”…il nostro Pandoro, simbolo per eccelenza del Natale.
Siamo nel 1894, ma la tradizione non è cambiata: il Pandoro racchiuso nell’inconfondibile confezione blu Melegatti, con cui bimbi di ieri e di oggi giocano ancora.
Il rito dello zucchero a velo da spargere sopra per esaltare l’inconfondibile aroma, il taglio della fetta che unisce tutti intorno al tavolo.
Ed ecco che il leggero impasto si scioglie in bocca, il sottofondo di vaniglia esalta il sapore…e quanti, con piacere, si sono leccati le dita, perché – ammettiamolo – il Pandoro si mangia con le mani!!!
Ed il Pandoro si regala, si porta in dono a casa degli amici, si offre a chi vogliamo bene.
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Novella Donelli – Ufficio Stampa
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